Toncelli: Limoncino, anno zero

Ci sono voluti quasi tre anni per capire che l’impianto del Limoncino non viola alcuna legge e che è stato realizzato nel rispetto delle norme. Ricordiamoci però che nel frattempo una florida e storica azienda livornese è stata portata quasi al fallimento e i suoi dipendenti sono finiti in cassa integrazione, ad un passo dal dramma con le loro famiglie. Chi ha la responsabilità morale di tutto questo? Iniziamo dal comitato di cittadini, che si è atteggiato ad ambientalista dal pulpito degli abusi edilizi di quella collina (anzi, sarebbe interessante capire dove finiscono gli scarichi di quelle costruzioni). Poi c’è quella becera politica che è disposta a tutto pur di cercare voti, che dispensava promesse o persino brindava allegra sulle macerie di azienda e lavoratori. Ma va citata anche quella politica cialtrona che ha preteso di sostituirsi ai tecnici producendo una famosa relazione che ora si capisce essere solo un concentrato di illazioni (vogliamo ricordare che tra gli estensori ci sono un esperto di onde elettromagnetiche e un titolare di agriturismo?). Citiamo poi anche gli ambientalisti snob, che non capiscono che senza una discarica i rifiuti (non riciclabili, perché tali sono) vanno… in una discarica più lontana, inquinando di più per il trasporto. Sperando che non pensino di eliminare il problema dei rifiuti chiudendo le aziende, hanno un posto migliore per metterli di una cava che ha creato una ferita aperta in oltre ottanta anni di attività? Ricordiamo poi che l’impianto era nato su impulso degli enti pubblici con lo scopo, duplice, di ricostruire almeno in parte il profilo del Monte La Poggia e dare una risposta alle aziende livornesi che chiedevano un luogo vicino, quindi a costo più basso, dove smaltire i rifiuti non pericolosi (aiutando così il settore produttivo senza il quale, meglio dirlo perché per alcuni non è scontato, non andremmo avanti). La maggiore responsabilità morale ci pare di questi enti che al crescere delle proteste hanno abbandonato l’azienda (e persino i loro stessi tecnici che avevano autorizzato l’impianto) abdicando al proprio ruolo e delegandolo alla magistratura senza alcuna difesa della legittimità delle proprie scelte. Fummo davvero in pochi a metterci la faccia per difendere il percorso fatto e i diritti che erano stati concessi. Ci chiediamo allora, visto che la lancetta del tempo sembra beffardamente tornata a tre anni fa, cosa ne pensano ora i candidati delle primarie (finte) del centrosinistra. Visto che è di dominio pubblico la completa differenza di opinioni che hanno quasi su tutto, non sarà che vorrebbero regalarci altri cinque anni di litigi, manate, querele… mentre la nostra città continuerà ad inabissarsi?

Cristiano Toncelli
progetoperlivorno.org

Riproduzione riservata ©