Toncelli: il Comune incentivi l'iniziativa privata, a Pisa è così

In Progetto per Livorno stiamo incontrando molte persone e associazioni. Ovviamente in questi incontri parliamo dei moltissimi problemi della città: lo sviluppo economico (che non c’è), le case (che se ne costruiscono troppe consumando suolo), il porto (bloccato dalla “politica degli orticelli”), le difficoltà sociali (a cui non si da sufficiente risposta)… Ma ce ne è uno che emerge pressoché sempre, come una costante assoluta. Parliamo del fatto che quando un soggetto (una associazione di categoria, una azienda, alcuni esercenti) propone qualcosa all’amministrazione (un mercatino, una festa, un’attività) in cui peraltro non è l’amministrazione a dover rischiare qualcosa, ma anzi è il soggetto che lo propone a farsi carico di tutto in cambio dell’autorizzazione (e del fatto, non dimentichiamolo, che contribuisce a dare una possibilità ai cittadini e/o a muovere almeno un po’ l’economia), ecco che improvvisamente si alza un “muro burocratico di gomma” contro cui inevitabilmente finiscono per rimbalzare tutte le buone intenzioni. Le testimonianze sono tutte perfettamente concordi. Il confronto anche con la vicina Pisa è impietoso. Evidentemente qui, alla ricezione della richiesta, nei corridoi del Palazzo risuona una curiosa domanda: “Un privato che ci propone qualcosa? Non vorrà mica guadagnarci!?!?”. Si, perché ciò che in tutto il resto del mondo è quanto di più scontato ci sia, qui è un impronunciabile tabù. Di fatto l’amministrazione, anche al di là anche delle volontà positive dei singoli, reagisce istintivamente ritenendo di doversi cautelare in ogni modo. Da cosa? Dal fatto che qualcun’altro (chi?) potrebbe un giorno chiedere “perché gli avete detto di si??”, oppure “perché a loro si e a noi no!?” (al che la risposta normale dovrebbe essere: “perché ce l’hanno proposto loro, non voi!”). Ecco quindi che ogni minimo cavillo burocratico viene scandagliato per assicurarsi di essere completamente inattaccabili e, dato che di cavilli ne abbiamo fin troppi, uno viene sempre trovato. Non è finita. A questo punto se il privato è “un privato qualunque”, finisce in genere per rinunciare e andarsene con le pive nel sacco, ma se è un “privato doc”, ecco che interviene la politica. In pratica, chi ha contatti politici riesce a scardinare il meccanismo burocratico grazie all’avallo “dall’alto”. Ecco quindi che si spiega come a Livorno ad alcuni soggetti sia più o meno permesso tutto (persino gli scempi, vedi i condomini che vorrebbero realizzare in Piazza del Luogo Pio), mentre altri trovino muraglie insuperabili. Progetto per Livorno dice che questo andazzo va radicalmente cambiato. Che le regole devono essere uguali per tutti. Che l’iniziativa privata (ovviamente, se propone cose che non danneggiano la città) va incentivata, non repressa, e soprattutto indipendentemente da chi la propone. Che Livorno deve rinascere grazie a chi ha voglia di fare, non continuare il suo declino sotto il peso di chi non vuole cambiare nulla.

 

Cristiano Toncelli, progettoperlivorno.org

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