Toncelli: cadute portuali dal pero

Il candidato del PD Marco Ruggeri si è improvvisamente accorto della drammatica situazione del nostro porto. Devono avergli fatto notare che ci hanno lasciato (o lo faranno) Zim, Maersk, Msc, Cma-Cgm, Cosco, Yang Ming, Hanjin, K-Line, Evergreen, in pratica tutto il gotha della containeristica mondiale. Il candidato PD, svegliatosi dal torpore, imputa elegantemente le colpe all’attuale gestione della Port Authority, cioè quella che finalmente ha chiuso la partita del nuovo PRG (che era fermo dal 1953), ha fatto partire i lavori per la ferrovia in Darsena Toscana, ha dato priorità alle crociere all’Alto Fondale… Tutte cose che, guarda caso, la gestione precedente (targata PD, quando lui era segretario del partito) non aveva fatto. Visto che Ruggeri cade dal pero, gli spieghiamo allora che il declino del porto viene da lontano, perché gli esperti sapevano bene che il fenomeno del “gigantismo navale”, criticabile o meno, avrebbe prodotto i suoi effetti. Il porto attuale presenta forti limiti strutturali e quindi la vera soluzione si chiama da sempre “Darsena Europa”, cioè l’ampliamento a mare. Però gli “orticelli portuali”, strenui difensori delle loro rendite di posizione e difesi dalla politica conservatrice (a partire dal PD di cui Ruggeri era segretario), si sono sempre opposti al progetto. Servirebbero infatti grandi capitali privati (termine che in questa città fa orrore, se non si associa ai “soliti noti”) e chiunque fosse venuto a portarli avrebbe evidentemente acquisito una importanza che avrebbe sminuito il ruolo di chi da sempre si considera il “padrone del porto”. Di fronte a questo rischio, ecco allora che hanno preferito affossare il porto e con esso la città (visto che un quarto del PIL cittadino ha origine dalle attività portuali). Anzi, visto che l’unica persona che almeno ha provato a fare qualcosa è l’attuale Presidente della Port Authority, ecco che lo attaccano perché al suo posto vorrebbero un miglior garante della continuità degli eterni equilibri. Ruggeri vorrebbe poi che l’Authority facesse pressione sui Ministeri per ottenere la velocizzazione delle procedure. Bravo, siamo d’accordo, ma non ha proprio nulla da chiedere in proposito al senatore livornese che, riconfermato, sembra di nuovo scomparso nei meandri dei palazzi romani? Sul passaggio da SIN a SIR, invece, perché non chiede conto all’ex capogruppo regionale del PD che si chiamava, guarda caso, Marco Ruggeri? Purtroppo per recuperare una situazione compromessa da anni ed anni di mancate scelte non basta far finta di essere tornati da Marte dicendo “punto e a capo”. Se vogliamo salvarci da un terribile declino ci vuole la presa di coscienza che occorre cambiare completamente registro. Quella coscienza che Progetto per Livorno sta cercando di risvegliare.

 Cristiano Toncelli
Candidato Sindaco

Progetto per Livorno

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