Slow Food scrive ai candidati: “Quali impegni per l’agricoltura?”
Slow Food (www.slowfood.it) è una associazione impegnata a livello nazionale ed internazionale nella costruzione di una rete di soggetti che orientano la loro azione sulla centralità del cibo. Il cibo è fattore indispensabile per la vita dell’individuo ma è anche elemento base nel rapporto fra noi ed il nostro pianeta terra. Garantire a tutti i cittadini della terra un cibo di qualità e quantità soddisfacenti è quindi il punto di partenza per ogni riflessione sul nostro futuro. Per i cittadini del mondo occidentale, il cibo rappresenta oggi il paradigma dell’abbandono del rapporto con la natura. Il cibo è stato ridotto alla stregua di una merce soggetta alle regole della finanza e quindi condizionata dalle esigenze della produzione industriale e della grande distribuzione organizzata. Slow Food restituisce centralità alla figura del contadino-agricoltore in quanto soggetto parte dell’ambiente, che asseconda le regole della natura e contribuisce alla produzione del cibo secondo principi sintetizzati nei valori dello slogan: buono (in termini organolettici), pulito (in termini ambientali), giusto (in termini economici e sociali).
Slow Food ritiene che esista una crisi generale di sistema e che questa sia una crisi di carattere entropico, caratterizzata da un consumo eccessivo di risorse della terra e dalla presenza massiva di fattori nocivi e negativi nella produzione di cibo (ricorso indiscriminato a trattamenti antiparassitari, a fertilizzanti di sintesi, a diserbanti e disseccanti chimici che determinano stress dei terreni e avvelenamento delle riserve di acqua, eccessivo consumo di acqua per l’agricoltura e l’allevamento industriali, contaminazione, inquinamento ambientale, mutamenti climatici legati anch’essi alle modalità industriali di allevamento e alla deforestazione, oltre al ricorso a sfruttamento diffuso dell’uomo, con casi non sporadici di riduzione in stato di schiavitù e prossimità con la malavita organizzata).
La perdita di un corretto rapporto tra produttori agricoli e territorio determina la perdita dell’equilibrio esistente tra le diverse componenti ambientali e sociali. Viene a mancare la funzione di custodia del territorio esercitata dai contadini, e questo porta danni all’assetto del territorio a partire dal controllo delle sistemazioni del terreno fino alla cura dei boschi. Viene a mancare un corretto rapporto fra produttore e consumatore soprattutto per l’intermediazione di soggetti orientati esclusivamente al profitto. A questo si aggiunge, in una regione come la Toscana che fa del paesaggio e delle caratteristiche che nei secoli hanno garantito una gestione oculata del territorio uno dei fattori di prestigio per la propria immagine nel mondo, la perdita di elementi centrali del paesaggio e del territorio legati all’agricoltura (sistemazioni tradizionali, coltivi, terrazzamenti, le stesse unità abitative che vedono un grave e diffuso stato di abbandono) con un danno tangibile anche in termini economici per la società nel suo insieme, oltre che culturali.
Ogni iniziativa che voglia affrontare questi temi non può che passare della realtà territoriale e dai suoi principali interpreti, le Amministrazioni Comunali. La prossima scadenza elettorale si colloca in uno scenario fortemente connotato dalla crisi economica che è anche crisi di sistema. I temi del cibo e della produzione agricola trovano spazio molto limitato nei dibattiti elettorali in quanto il mondo agricolo è considerato scarsamente rilevante sul piano economico e poco stimolante sul piano culturale. La realtà dei numeri, anche nel nostro territorio, parla invece di una realtà economica consistente e di un interesse dei cittadini molto alto anche per il significato economico relativo alla gestione della vita quotidiana. Per questo la locale Condotta Slow Food chiede a tutti i candidati Sindaci quali siano le loro posizioni su questi temi e un loro impegno specifico sui seguenti punti:
RETE PRODUTTORI AGRICOLI
La piccola agricoltura svolge una funzione decisiva nella produzione di cibo di qualità, nella salvaguardia del
territorio e nella creazione di economie sostenibili; il limite principale del nostro sistema agricolo è il mancato
riconoscimento della funzione dell’economia agricola di piccola scala, che determina un quadro normativo e
progettuale orientato alla agricoltura e all’allevamento industriali, spesso con ricadute qualitative, ambientali
e socio-economiche non sostenibili, e che determina grandi difficoltà nella conduzione contadina e famigliare
dell’azienda (dalla minore redditività fino alla cessazione forzosa). Occorre individuare strumenti normativi
che facilitino le piccole aziende e creare strutture economiche (modalità di distribuzione, predisposizione di
servizi di rete), che incoraggino l’iniziativa agricola. Quali iniziative intende assumere il candidato ?
SVILUPPO DELLA PRODUZIONE AGRICOLA
La produzione agricola a causa della perdita di identità del produttore agricolo (il contadino) e il non
riconoscimento del suo ruolo sociale ha visto una diminuzione quantitativa, spesso in presenza di alti livelli
qualitativi dei prodotti. Manca una seria riflessione su come riconoscere, valorizzare e rafforzare le nostre
produzioni agricole oltre la viticoltura (e in parte per la stessa olivicoltura, che è sempre stata un valore
fondante per la ruralità toscana). Mancano concreti progetti di promozione e creazione di credibili sbocchi di
mercato. Quali iniziative intende assumere il candidato ?
OCCUPAZIONE DEI GIOVANI IN AGRICOLTURA
Solo un 3% dei giovani è oggi impiegato in agricoltura. In relazione con i temi già enunciati e in presenza di
una mortificazione della redditività, del depauperamento dei servizi essenziali in aree rurali, questo
determina un impoverimento del nostro tessuto sociale e produttivo agricolo. Risulta oggi possibile creare le
condizioni per favorire l’ingresso di soggetti giovani nella produzione agricola, utilizzando terreni incolti o in
stato di abbandono da mettere a disposizione di cooperative e altre forme di gestione comunitaria o di
impresa, predisponendo un sistema di formazione che non gravi sulla redditività delle diverse esperienze.
Come abbiamo visto la crescita occupazionale in agricoltura non è solo occasione di attività per soggetti
giovani, ma anche strumento di recupero ambientale per aree degradate e salvaguardia per aree a rischio di
dissesto. Quali iniziative intende assumere il candidato ?
PESCA
Da ormai molti anni Slow Food è attiva con il progetto Slow Fish nelle declinazioni “Che pesci pigliare” e
“Mangiamoli Giusti” nel settore ittico della pesca e dell”allevamento. Il panorama di riferimento è sovente
l’intero globo, con maggiore attenzione in quei mari o specchi di acqua dove avviene il vero scempio delle
risorse ittiche: il mare aperto, lapesca oceanica, le zone di allevamento prive di regolamentazione.
In questo senso il nostro Mare Mediterraneo ancora conserva importanti stock di pesce di qualità, ma il
nostro impegno per una corretta gestione della pesca a livello Comunitario sta dando frutti con lentezza,
rispetto alle effettive esigenze di tutela della risorsa “ecosistema marino”.
In ogni occasione si evidenzia come la gestione delle risorse ittiche sia stato affrontato attraverso procedure
di alleggerimento delle flotte, erogando notevoli quantità di contributi per rottamazione delle imbarcazioni e
delle licenze di pesca, con il risultato effettivo della diminuzione degli occupati senza diminuzione delle
catture. Importante diventa il ruolo dei Pescatori, che dovrebbero divenire sempre più tutori della risorsa in un sistema integrato di salvaguardia anche della loro figura professionale tradizionale, e delle Amministrazioni locali, che attraverso l’applicazione delle norme, incidono in modo decisivo in un verso o nell’altro. Le soluzioni che negli anni abbiamo sottoposto all’attenzione delle istituzioni (non da soli) hanno toccato aspetti diversi: da una più accurata gestione delle quote di pesca (es.Tonno rosso e Pesce Spada), a una sensibilizzazione dei consumatori verso quei pescatori e produttori illuminati, quei ristoratori che lavorano in filiera breve e che valorizzano i prodotto della pesca locale.
Quali sistemi si intendono realizzare per incentivare le “buone pratiche” in questo settore?
SPRECO
La iniqua distribuzione del cibo e il suo essere considerato merce determinano percentuali di spreco
impressionanti, uno spreco che è funzionale al mantenimento di un sistema economico che non mette al
centro la società, la famiglia, l’essere umano, ma la redditività. Questo danneggia l’economia sia al livello dei
produttori che a quello delle nazioni. È oggi necessario invertire questa tendenza a partire da azioni concrete
e da una capillare azione di educazione che coinvolga le persone, le aziende, la distribuzione: cos’è e come
si determina lo spreco è oggi un tema su cui ben poco si dice e si fa. Quali iniziative intende assumere il
candidato ?
EDUCAZIONE
Esiste una enorme quantità di informazioni sul cibo, sul mangiare, sul come mangiare, sull’influenza
dell’alimentazione per la salute. Questo groviglio di messaggi, spesso contraddittori, si concentra sull’atto
finale della ingestione, ma distoglie l’attenzione dal conoscere il cibo. È necessario un impegno di
educazione di livello capillare su cos’è il nostro cibo quotidiano, chi lo produce, perché si produce e quindi le
caratteristiche del consumo del cibo, ponendo attenzione alle condizioni del mercato. Quali iniziative
intende assumere il candidato ?
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