Sinistra Anticapitalista: Trw? Cambiare è ancora possibile
Il caso della TRW diventa sempre più, con il passare dei giorni, il simbolo del fallimento e dell’impotenza delle attuali direzioni sindacali livornesi. Una condizione che negli anni passati aveva già creato drammatici danni con il caso della Delphi, in cui abbiamo assistito ad una poderosa sinergia di inefficienza, ingenuità, incomprensione della realtà e soprattutto sottovalutazione della controparte da parte delle burocrazie sindacali e delle istituzioni locali targate PD (dalla Regione al Comune). Anche oggi si ripetono gli stessi errori: di fronte alla dichiarata e determinata volontà di chiudere da parte della TRW non si sono volute creare tutte le condizioni possibili per costruire intorno a questa vertenza e ai lavoratori e alle lavoratrici della TRW quella solidarietà necessaria e dovuta da parte della città, come al contrario è invece successo a Terni. Una solidarietà che avrebbe potuto portare all’occupazione dello stabilimento e all’apertura di una vertenza con l’azienda e il governo perché venissero messi in campo tutti gli strumenti praticabili di penalizzazione della TRW previsti dalla nostra Costituzione e dalla legislazione: dal richiedere indietro tutti i contributi pubblici ottenuti in questi anni fino all’esproprio senza indennizzo di una azienda che si rifiuta di svolgere quella funzione sociale che è la sola condizione che garantisce i diritti costituzionali di proprietà (e quindi il diritto all’indennizzo).
Solo con l’occupazione inoltre si può controllare che i macchinari presenti non vengano fatti sparire dall’azienda, qualora non l’avesse già fatto nei mesi passati.
L’occupazione inoltre avrebbe potuto trasformare lo stabilimento TRW in un luogo simbolo della resistenza operaia e popolare di tutta la città, garantendo anche la possibilità di creare attività autogestite capaci di dare un pur minimo reddito possibile per i lavoratori e lavoratrici della TRW.
Ma per fare questo ci sarebbe dovuto essere una CGIL determinata e conflittuale, come solo talvolta riesce ad essere (vedi caso Cooplat), e meno attenta ad piagnucolare davanti a prefetti, sindaci o assessori regionali!
Che dire dello sciopero dei metalmeccanici organizzato come è stato organizzato in modo tale da creare confusione e non mettere in campo tutta la forza disponibile di tutta la categoria e di tutte le aziende metalmeccaniche livornesi? Perché relegare la protesta davanti all’azienda senza pensare di invadere rumorosamente la città con la presenza dei lavoratori e lavoratrici in carne ed ossa?
La stessa non volontà di indire immediatamente una scadenza cittadina di mobilitazione e di sciopero di tutte le categorie e di tutti i settori della cittadinanza (giovani, pensionati, precari, commercianti), come risposta all’arroganza della TRW, ma anche come espressione della sofferenza di una città che sta vivendo una crisi devastante, dimostra l’inadeguatezza della politica e del sindacato della nostra città.
Risultano sconcertanti le dichiarazioni di esponenti della segreteria cittadina e nazionale che solo oggi, in colpevole ritardo, si organizzano per cercare dei contatti nazionali ed internazionali con le strutture sindacali degli altri stabilimenti TRW: contatti che negli anni passati hanno cinicamente rifiutato se non snobbato e ridicolizzato.
Ma dov’erano fino ad oggi i vari funzionari delle varie segreterie sindacali locali e nazionali dei metalmeccanici?
Non sapevano che da mesi si parlava della possibile chiusura dello stabilimento di Livorno?
Non sapevano che la pratica di mettere in concorrenza i vari stabilimenti della TRW a livello europeo era una caratteristica della multinazionale da anni? Bastava navigare su internet e avere un qualche conoscenza elementare di inglese o francese per accorgersene.
Ricordiamo al contrario le dichiarazioni di quasi soddisfazione da parte di esponenti sindacali di Livorno di fronte alla chiusura dello stabilimento gallese di Resolven, giustificato con orgoglio da quella “maggiore efficienza” di Livorno garantita da accordi sindacali aziendali folli per i sacrifici imposti.
La stessa scelta di questi giorni di far rientrare a lavorare e di depotenziare così la volontà di resistere dei lavoratori e delle lavoratrici della TRW, creando l’illusione che con la ragionevolezza e la “buona volontà” si possa far cambiare idea alla TRW, ha avuto la risposta logica dell’Azienda: non pagamento del monte ore e delle ferie godute.
Si sta quindi riducendo tutto nel concordare la monetarizzazione della fuoriuscita e la mobilità, non comprendendo che, nelle attuali condizioni di crisi generalizzata e di lunga durata, solo il mantenimento di salari sicuri e di posti di lavoro è la condizione che garantisce la sicurezza dei lavoratori e la più generale tenuta del tessuto sociale della città.
Incomprensibile pensare inoltre che i dirigenti internazionali della TRW vengano a farsi fare un gita a Roma quando la volontà di dismissione della TRW, e probabilmente della ZF, coinvolge non solo Livorno ma tutti gli stabilimenti europei e può essere fermata solo con una legge nazionale che impedisca le delocalizzazioni!
Ma su questo terreno, di leggi anti multinazionali, le istituzioni locali, il PD, il governo Renzi, i sindacati complici sono da sempre silenti! Non bisogna infatti spaventare i vecchi e i possibili nuovi padroni!
Anche le forze politiche del Consiglio Comunale che amano spesso ricordare l’articolo 42 della Costituzione devono però essere conseguenti e non limitarsi ad utilizzarlo solo per la prima parte come vaga denuncia dell’arroganza padronale, ma anche per imporre la soluzione che in esso è chiaramente espressa: l’esproprio
Ma siamo ancora in tempo per dare una risposta efficace.
La riunione nazionale dei delegati TRW di oggi è un passo importante per andare verso un immediato sciopero in tutti gli stabilimenti TRW in Italia in una ottica di allargamento della vertenza a tutto il settore automotive,
Il 15 a Livorno la manifestazione del Comitato dei lavoratori e lavoratrici livornesi deve vedere una grande partecipazione popolare, preludio di uno SCIOPERO GENERALE CITTADINO DI 8 ORE E DI TUTTE LE CATEGORIE!
Lo stabilimento deve essere occupato con il sostegno di tutta la città!
E’ ora di rottamare il governo Renzi, questo parlamento e creare le condizioni per una soluzione anticapitalista a questa crisi di sistema!
Sinistra Anticapitalista
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