Sinistra Anitcapitalista. Migranti, stragi e responsabilità

L’ennesima tragedia si è consumata nel Mediterraneo, nel Canale di Sicilia. Spesso i corpi che ci vengono restituiti dopo essere stati inghiottiti dal mare non hanno un nome ma diventano un semplice numero che si aggiunge di giorno in giorno alla schiera dei disperati senza storia, di cui si avrà memoria giusto per il solo tempo delle false dichiarazioni indignate di coloro che sono in realtà i principali responsabili della strage continua che avviene al largo delle nostre coste.
Ora il Governo Renzi piange i morti. Invoca “un piano europeo volto a fermare il traffico di migranti”. “L’Europa, che ha lasciato l’Italia da sola nel contrastare i nuovi schiavisti del ventunesimo secolo, dovrebbe assumersi le sue responsabilità” … Ma le sue sono lacrime di coccodrillo.
Questa tragedia annunciata che ha provocato oltre 900 morti rischia purtroppo di non essere l’ultima. Sono già almeno 1.600 i migranti morti dall’inizio dell’anno nel Canale di Sicilia. Gli scafisti additati come i principali colpevoli dal Governo Renzi sono senza dubbio sempre più efferati, ma se all’epoca dello schiavismo i criminali non erano solo i negrieri ma anche coloro che traevano beneficio dal sistema schiavistico, oggi i principali criminali sono coloro che traggono profitto da un sistema capitalistico che utilizza i migranti come manodopera di riserva più ricattabile e/o capro espiatorio da dare in pasto all’opinione pubblica e che per questo ha costruito un sistema di regole che mal tollera l’accoglienza di chi fugge dalla guerra e dalla miseria.
C’è quindi una forte responsabilità dell’Unione Europea che si è costruita come Europa fortezza. Triton, sulla linea varata da Frontex, vera e propria “agenzia di sorveglianza delle frontiere esterne agli Stati dell’UE”, è stata concepita come militarizzazione a basso costo del Mediterraneo che proibisce il soccorso ai naufraghi. In questo senso, il ritorno a “Mare nostrum” risulterebbe solo un palliativo.
Inoltre in Italia non è ancora in vigore una legge organica sull’asilo politico. In mancanza di questa, i centri per i richiedenti asilo (i cosiddetti CARA) si sono trasformati nel corso del tempo in veri e propri centri di detenzione dove i profughi vengono trattati da criminali. In altri paesi europei l’ottenimento del diritto di asilo ha procedure più certe e più celeri. In questo caso non è di certo l’Unione Europea a impedire il varo della legge, bensìun Governo che non ha intenzione di rompere con le politiche inaugurate dalla legge Napolitano-Turco e poi inasprite dalla legge Bossi-Fini, di cui il ministro degli Interni Alfano è uno dei principali alfieri.
D’altra parte la guerra che sta dilaniando la Libia, così come l’Eritrea, la Somalia, che si sta estendendo in Nigeria, che comincia a lambire il nord del Kenya è il prodotto delle politiche imperialiste a corto respiro dell’Unione Europea, alleata degli USA. L’intervento in Somalia determinò forti spaccature del paese, diviso tra diverse fazioni e bande armate. L’intervento in Iraq ha profondamente spaccato il paese che ora, in preda al caos, è diventato una delle basi di appoggio dell’Isis. La stessa sorte è toccata alla Libia del dopo Gheddafi, con cui peraltro le potenze occidentali facevano accordi anche perché la Libia costituisse un “corridoio di protezione” contro gli immigrati “irregolari”.
Per fermare immediatamente la tragedia e impedire il business del traffico dei migranti occorrerebbe subito:

● la soppressione di Frontex, che tante tragedie ha favorito nel corso degli ultimi anni;

● garantire immediatamente corridoi umanitari per soccorrere coloro che fuggono dalla guerra;

● l’abolizione immediata del sistema dei visti d’ingresso e l’istituzione di un diritto di asilo senza confini, che abolisca la logica del Regolamento di Dublino, permettendo l’effettiva libertà di movimento di chi chiede asilo e garantendone il diritto di restare dove sceglie.

Non possiamo lasciare i migranti soli, vittime del razzismo “istituzionale” e preda dei deliri razzisti e xenofobi delle forze di estrema destra e della Lega Nord.

Occorre far sentire da subito un’altra voce, prima che la barbarie diventi il segno quotidiano della nostra esistenza.

 Sinistra Anticapitalista Livorno

Riproduzione riservata ©