“Casa, ecco i salti mortali per fare domanda e poi…”

Ho portato la domanda per le case popolari per i miei zii. Sono molto anziani, ho dovuto compilare moduli e moduletti, fare fotocopie, pagare bolli e mi sono occupato di tutto io. Da soli non riuscivano. Uno 80 e l’altra 75, malati, uno cardiopatico. Con una pensioncina di invalidità di 800 euro al mese e un affitto di 600. Ho provato a cercarli altre sistemazioni, ma hanno bisogno dell’ascensore, del riscaldamento, camminano male, devono rimanere in centro per avere accesso agli ospedali, dottori, negozi ecc… Non si trovano situazioni particolarmente meno care. Posso trovare a 500, ma cambierebbe poco. Già adesso vivono perché gli aiutiamo, nonostante le difficoltà anche nostre. Il mese delle bollette è un dramma, se si guasta la lavatrice o la caldaia, siamo disperati. Come è possibile che per una domanda che prevede un disagio sociale, di tipo prettamente economico, ci voglia una marca da bollo da 16 euro? Come è possibile che gli uffici preposti alla raccolta delle domande siano aperti due mattine e due pomeriggi a settimana? Come è possibile che l’impiegata, alla mia richiesta di verifica della domanda, se ci fossero stati errori nella compilazione, sull’esattezza dei documenti ecc mi abbia liquidato in tutta fretta, spiegandomi che lei è addetta alla raccolta e non alla precisione della compilazione?
E’ inoltre, l’ultima, brutta, ma mi sento di doverla dire. Io non sono un razzista, sono straconvinto che tutti siamo cittadini del mondo, che tutti abbiano diritto alla felicità in qualsiasi paese siano, in qualsiasi posto vadano a prescindere dal colore della pelle, la religione ecc ecc…Ma l’ufficio era pieno, strapieno di extracomunitari e non posso fare a meno di non capire che un disagio c’e’. Esiste. Se su 50 persone in fila, 30 sono extracomunitari in emergenza abitativa, probabilmente abbiamo sbagliato qualche cosa. E i miei parenti, con 800 euro al mese di pensione e 600 di affitto, continueranno a fare i salti mortali per pagare l’affitto, perché non riusciranno mai, mai a passare in graduatoria davanti a questi poveracci con tre figlioli e senza lavoro. Anche se i miei zii sono in estrema difficoltà, anche se sono nati, hanno vissuto, hanno sempre pagato le tasse in italia. Mi spiace tanto, ma qui capisco il mio limite come essere umano, qui la mia empatia e solidarietà, si arresta un attimo. Perdonatemi.

A. D.

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