Rsa Pascoli e Villa Serena. Unicobas: troppe bugie

L’attacco personale e le minacce di cui sono stato oggetto sulla stampa mi onorano ma c’è un piccolo particolare di cui forse Cgil, Cisl, Uil e le cooperative sociali che gestiscono le RSA Pascoli e Villa Serena non sono a conoscenza: l’esposto inviato all’ispettorato del lavoro porta anche la firma di 25 lavoratrici/lavoratori delle suddette cooperative. Non voglio essere così radicale come una delle lavoratrici che, letto il comunicato delle cooperative e dei sindacati cosiddetti rappresentativi, ha commentato.  “L’unica cosa che rispecchia la realtà in ciò che hanno scritto è la data di ingresso delle cooperative” però effettivamente di bugie ce ne sono tante. Quella più eclatante si trova nel comunicato di Cgil, Cisl e Uil dove si afferma che “ogni accordo è stato sottoposto all’approvazione dell’assemblea dei lavoratori …”: in realtà dopo una prima assemblea informativa fatta prima dell’accordo del 5/6/2014, dove tra l’altro vennero date informazioni non corrispondenti a quello che poi venne sottoscritto, nessun’altra assemblea sindacale si è svolta nelle RSA, neanche a titolo informativo, nonostante le ripetute richieste del personale.

Che la cooperativa quadrifoglio, nonostante il rapporto di lavoro full-time, pagasse  i lavoratori ad ore sicuramente non era regolare ma c’è da chiedersi come mai nei 14 anni in cui questo è accaduto i sindacati confederali hanno sempre avallato questo operato? Facevano come le tre scimmie: non vedo, non sento, non parlo? Il problema è che adesso questi sindacati concertativi permettono di fare la stessa cosa, cioè il pagamento a ore, alle cooperative Agape, Di Vittorio e Cuore con l’aggravante che il rapporto di lavoro è stato declassato da full time a part- time  e questo passaggio è avvenuto in modo forzoso, pena la non riassunzione, grazie ad un accordicchio da loro sottoscritto.

Per quanto riguarda la cosiddetta “richiamabilità”, che in realtà è reperibilità non pagata,  sicuramente viola la normativa sul part-time perché non esiste alcun accordo scritto con i singoli lavoratori e le rsa che  hanno sottoscritto l’accordicchio  che copre questa irregolarità si sono assunte una bella responsabilità.

Che poi “ la riduzione degli orari contrattuali sia frutto delle richieste dei lavoratori…” è una illazione priva di fondamento in quanto le cooperative, forti dell’accordo capestro del 5 giugno sottoscritto da CGIL, CISL e UIL , hanno imposto ai singoli lavoratori la stessa lettera di assunzione che prevedeva 34 ore “medie” settimanali, lasciandosi quindi le mani libere per ridurre ad alcuni lavoratori ulteriormente l’orario di lavoro mensile..

Che attualmente nelle RSA ci sia “alta tensione” è vero, questo è generato soprattutto dal fatto che le attuali RSA non sono più rappresentative degli interessi e dei bisogni dei lavoratori. Per superare questo problema L’Unicobas aveva proposto la Costituzione di una RSU, eletta quindi direttamente e democraticamente dai lavoratori e che quindi li rappresentasse realmente, ma questo è stato impedito da un’operazione di terrorismo psicologico operata dai sindacati concertativi che hanno messo in cattiva luce l’elezione della RSU, paventando chissà  quali disastri e catastrofi nel caso si facessero queste elezioni. Tutto questo nonostante siano 20 anni che nei contratti nazionali da loro sottoscritti siano previste le RSU: evidentemente è molto più comodo avere pedine che rispondono direttamente alle segreterie sindacali piuttosto che rappresentanti sindacali eletti direttamente dai lavoratori che ad essi devono rispondere.

Il segretario provinciale Unicobas Claudio Galatolo

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