Romano: “Il Pd vuole la spallata giudiziaria, ma Nogarin ha il dovere di resistere”

La vicenda giudiziaria riguardante Aamps viene strumentalizzata in questi giorni dal PD, che si comporta come un bambino a cui hanno tolto il giocattolo e tenta di sfruttare la spallata processuale per una frettolosa riconquista del potere perduto.
Di fronte ad un nutrito gruppo di politici, amministratori e tecnici targati PD indagati per vicende gravi che hanno provocato enormi danni all’azienda, l’attenzione dei “dem” si concentra invece sulle ben meno preoccupanti ipotesi di illecito contestate agli sprovveduti grillini: aver cacciato un c.d.a. accusato di non rispondere ai comandi del socio e aver assunto i famosi precari.
In nome di una coerenza mai esercitata il PD urla “dimissioni” per delle stupidaggini, mentre tra i suoi esponenti o alleati di governo continua ad esserci gente con storie giudiziarie che potrebbero imbarazzare la banda bassotti.
Su Aamps si sta consumando da mesi una guerra di logoramento, con una vecchia guardia formata anche da burocrati e tecnici che stringe intese con una parte dei cosiddetti “nuovi”, per disarcionare chi ha vinto le elezioni e ha il diritto di governare la città.
La vicenda del concordato è sintomatica dell’artificiosità di molti argomenti di scontro: il Tribunale l’ha approvato certificando che la ricapitalizzazione chiesta dal PD “non è ammessa”. Così come la questione dei precari ben rappresenta il livello di meschinità a cui si può arrivare: per mesi tutto il Consiglio comunale ha pressato l’azienda per la stabilizzazione dei lavoratori e ora che l’amministrazione finisce sulla graticola per aver ottemperato quell’indirizzo (delibera n. 349 firmata e votata anche dal PD) ci si finge estranei alla vicenda invece di rivendicare le proprie scelte.
Il vero motivo per cui è partito l’attacco finale è stata la decisione di Nogarin di non conferire Aamps in Retiambiente, mandando all’aria una speculazione da 6 miliardi di euro. Il PD regionale fu chiarissimo pochi mesi fa: “Nogarin, entra in Retiambiente e ti daremo una mano”. Il ricatto non è stato accettato e la guerra si è inasprita, ma se i grillini per mostrare una malintesa “coerenza” cadranno nella trappola e si suicideranno (per una multa non pagata, per un accesso agli atti su Limoncino o altre sciocchezze), si assumeranno la responsabilità di affossare Livorno per quattro voti in più a Roma o Torino.

Andrea Romano – Resistere! Azione Civica

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