Romano: Aamps, che fine ha fatto Nogarin?

Si fa davvero fatica a trattenere il disgusto per la vicenda di AAMPS. Da decenni i problemi vengono lasciati accumulare in ossequio agli interessi della politica, mettendoci ogni tanto una pezza con mutui, contributi straordinari e aumenti della tariffa: tanto pagano i cittadini, mica i responsabili!
I nodi sembrano essere arrivati al pettine con l’intervento della Procura e della Polizia, ma se mai l’inchiesta porterà a qualcosa (e sarebbe già una novità nel panorama di archiviazioni e prescrizioni a cui solitamente si assiste) ciò non basterà a togliere le castagne dal fuoco agli attuali amministratori. Perfino coloro che qualche era geologica fa fecero scelte a dir poco scriteriate, come l’esternalizzazione degli spazzini, ora salgono in cattedra e criticano, mentre i più recenti “ex” e gli amministratori in carica giocano a scaricabarile.
La madre di tutti i problemi, lo faccio notare da anni, è stato aver lasciato gestire l’azienda a persone che non avevano nessuna esperienza professionale nella gestione dei rifiuti, sostituita spesso con una bella tessera politica in tasca. Durante l’ultimo anno, in cui dovevano trionfare finalmente i curriculum, è stato composto un consiglio di amministrazione formato da due candidati nelle liste del movimento 5 stelle (alla faccia della meritocrazia) e da un ex-amministratore di EALP nominato ai tempi del PDS (bel ricambio). Mentre costoro suppongo stiano imparando come funziona un’azienda di rifiuti, non avendone mai gestita una, i problemi si aggravano.
Il sottoscritto era riuscito a far nominare Rossano Ercolini nell’Osservatorio comunale e Raphael Rossi a fianco dell’azienda, oltre a mettere in contatto Alessio Ciacci e Paul Connett con il Consiglio comunale: esperti di livello internazionale che possono vantare successi in tutta Italia. Ma sono stati prima neutralizzati dal PD e poi inspiegabilmente banditi dai grillini.
Così la promessa elettorale di eliminare i cassonetti entro il primo anno in tutta la città è diventata il naufragio della politica rifiuti-zero e l’ennesimo aumento della tariffa. Tra poco ci aspetta il fallimento o la privatizzazione selvaggia. Si sono già dimenticati che per il M5S i politici “dipendenti” o rispettano il programma o devono essere subito mandati a casa dagli elettori “datori di lavoro”?
Dopo la commissione d’indagine riunitasi per mesi scandalosamente a porte chiuse, il colmo è stato assistere alle critiche di un assessore al vertice di AAMPS, che a sua volta critica il consulente chiamato a scrivere il piano industriale. Ma il direttore d’orchestra, colui che ha nominato tutti costoro e dovrebbe coordinarli, cioè il sindaco, dov’è? Cos’ha da dire mentre i “suoi” si attaccano a vicenda e la polizia fa andirivieni tra il Municipio e l’azienda?

Andrea Romano – Resistere! Azione Civica

Riproduzione riservata ©