“Moby: noi non molliamo. Tirate fuori la verità”

Lettera aperta al sign. Onorato. Sono passati 24 anni da quella tragica notte in cui 140 persone hanno perso tragicamente, la vita, sono deceduti lentamente bruciando in attesa vana di soccorsi mai arrivati, erano uomini donne, ragazzi che lei ha imbarcato come suoi dipendenti, erano cittadini che hanno scelto quel mezzo di trasporto per andare per mille motivi in Sardegna, ma il loro viaggio è finito subito dopo essere iniziato. In questi anni molte volte ho avuto la voglia di parlarle, di farle mille domande, di chiederle se lei si è mai sentito in colpa, non solo come proprietario del traghetto e datore di lavoro, ma come uomo che invece di collaborare, di mettersi al servizio della collettività per stabilire le cause, si è prodigato e non poco affinchè queste rimanessero sepolte per sempre. Mai per un attimo lei e la sua compagnia vi siete preoccupati delle famiglie, se lei obietta che avete pagato subito i risarcimenti, le rispondo grazie, lo avete fatto non con spirito umanitario, ma facendo firmare carte che impedivano poi di costituirsi parte civile ai processi. Avete costruito un muro di omertà e di silenzio intorno a questa vicenda come nessuno mai aveva osato, i morti sono morti meglio pensare a altro. Mia sorella era bellissima lavorava non per lei direttamente ma per una ditta di bordo, commessa in un negozio, l’ho vista per l’ultima volta il 9 aprile di sera al buffet di stazione, erano liberi per un fermo tecnico e con le altre ragazze era in una pausa di lavoro, poi il nulla…..

Ho fatto io il riconoscimento della salma, ho voluto evitare ai miei genitori un ulteriore drammatico dolore, volevo che se la ricordassero come nella foto sorridente e felice, ignara che quel lavoro le sarebbe costato la vita, mio padre uomo di mare medaglia d’oro per la navigazione oggi continua a chiedersi perche? Lui che ha passato una vita sui rimorchiatori a portare soccorso agli altri. Ma la risposta non c’è perchè lei e altri avete fatto di tutto perchè non ci fosse, ci avete tolto tutto anche la memoria, perchè quando lei ha fatto portare il traghetto in Turchia per distruggerlo ha tolto a tutti la possibilità attraverso quell’immagine di ricordare. Ma noi oggi siamo ancora qui caparbiamente ad esigere delle risposte, se la giustizia non è stata capace di condannare o si è chinata al volere del più forte o del più ricco, noi non chiniamo la testa, continueremo oggi e sempre a chiedere perché fino a che non avremo le giuste risposte

Loris Rispoli

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