Riforma elettorale, se sarà approvata lancerà il Paese nel futuro

‘Perché ciò che si salverà non sarà mai quel che abbiamo tenuto al riparo dai tempi, ma ciò che lasciamo mutare, perché ridiventasse se stesso in un tempo nuovo’, Alessandro Baricco ‘I barbari 2006’.

In questo paese l’uomo che sta veramente incarnando il cambiamento, la mutazione veloce, al passo di una crisi che in poco tempo sta distruggendo il tessuto sociale e gli equilibri creati nel dopo guerra e post caduta del muro di Berlino, è indubbiamente Renzi. Di fronte ad uno scenario di totale stasi di piccole riforme e tante tasse, irrompe sulla scena un uomo che imprime una velocità pazzesca alla riforma elettorale. Un cambiamento che ridisegnerebbe gli scenari della politica italiana. Siamo abituati alla totale stasi, anche chi urla e si definisce demolitore del sistema, in realtà contribuisce alla totale paralisi di qualsiasi riforma e quindi al reale mantenimento dello status quo. Sui continui veti incrociati, obblighi di accordi di potere, stanche liturgie, irrompe Renzi e di colpo spazza via tutto. Cos’è il sistema elettorale Spagnolo? È un maggioritario mascherato da proporzionale, tanti piccoli collegi proporzionali, dove passa 1 al massimo 2 eletti, salvo alcune grandi province. Chi sono i beneficiari? Tutti i grandi partiti e quelli molto radicati nei territori. Ma la cosa importante è: che conseguenze avrà sul sistema elettorale Italiano? A livello nazionale è facile capirlo non ci saranno più le coalizioni, si presenteranno i partiti da soli. Sparirà il sistema che ha permesso fino ad oggi alleanze a freddo di partiti pronti a stracciare i programmi e gli accordi il giorno dopo le elezioni. La conseguenza a livello locale sarà altrettanto rivoluzionaria, la necessità di radicamento e di un rapporto più forte con il territorio, porterà ad emulare lo scenario nazionale. Salteranno i vecchi schemi, non ci saranno più le coalizioni tra i partiti dettate dalla politica nazionale, ma alleanze legate ai territori con un vero accordo sul programma. Sarà impossibile di fronte ai cittadini presentare coalizioni a livello locale di partiti avversari in Europa e nel Paese. La crisi ed i tagli della politica porteranno sempre più a condensare gli appuntamenti elettorali e a mettere in evidenza la totale contraddizione di questi assembramenti. Sarebbero improponibili alleanze locali senza aver prima messo insieme un programma, al centro della discussione non ci sarebbero più cartelli elettorali e nomi dei candidati ma i bisogni dei cittadini riuniti o meno in associazioni. L’attuale impostazione generale per affrontare le elezioni amministrative di colpo si troverebbe inadeguata o meglio è già inadeguata e questo passaggio ne sancirebbe solo la mutazione definitiva.

Spunta all’improvviso il maggioritario corretto, l’ITALICUM, diverso sistema stesso risultato, garantito dagli sbarramenti. Questo sistema elettorale nazionale si va ad aggiungere all’operazione fatta nella legge finanziaria 2010 per ridurre i consiglieri negli enti locali. Prendiamo Livorno: si passerà dall’attuale totale di 40 consiglieri a 32, i seggi distribuiti tra maggioranza e opposizione diminuiranno sensibilmente, a questo punto interverranno gli sbarramenti. Risultato? Al di sotto di una certa percentuale non ci sarà rappresentanza in consiglio. Avremo uno scenario dove le alleanze proposte a freddo dal livello nazionale non daranno prospettive di seggi ai piccoli partiti né negli enti locali né in parlamento. Questo porterà inevitabilmente solo a maggioranze coese sui programmi a contatto diretto con i cittadini organizzati o meno in associazioni, le fusioni a freddo dei partiti cadranno sotto disperata necessità degli stessi di andare in contrapposizione tra loro per conquistare visibilità e quindi seggi. Se Renzi riuscirà a far approvare la legge elettorale, lancerà il paese nel futuro, dove il nuovo sistema romperà definitivamente tutti gli schemi politici attuali, nazionali e locali. Tutto questo non sarà indolore: troverà l’opposizione dei piccoli partiti e di quei dirigenti, che ai vecchi schemi sono tanto affezionati. Con l’accordo fatto sulla legge elettorale e riforma del senato le larghe intese, fatte per il ‘bene del paese’, già traballano. È bene chiarire che i cittadini si aspettano che dopo vengano affrontati con la stessa determinazione i veri problemi come la disoccupazione giovanile e non solo quella giovanile.

Marco Ristori Portavoce Livorno Democratica

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