I rifiuti a Livorno e le sue contraddizioni

Mentre il toto programma impazza con le idee più contraddittorie possibili cerchiamo di fare chiarezza su un punto che sta a cuore ai Livornesi, ma soprattutto al loro portafoglio, la Gestione dei Rifiuti. Cominciamo col dire che per poter riciclare ci vogliono gli impianti, altrimenti la differenziata va mandata a trattare per il recupero ad altre aziende, gratuitamente? Magari. Si paga per il loro trattamento, ed è una voce importante nel bilancio di AAMPS. Quindi aumentare la differenziata senza impianti di trattamento fa aumentare i costi. Sarebbe interessante avere un piano dell’azienda che illustrasse oltre i benefici ambientali anche quelli economici (se ci sono), magari hanno davvero la bacchetta magica. Inoltre secondo la direttiva europea 2008/98/CE, ancora non recepita dalla legge Italiana, ma per questo non è detto che non arrivino le sanzioni europee (sempre pagate da noi cittadini), si dovrebbe parlare di materia recuperata, cioè della materia prima derivata dai rifiuti, non più di raccolta differenziata. Ma senza gli impianti dedicati cosa recuperi?

Argomento terza linea: in tanti vogliono il merito di aver fatto decadere il progetto, dimenticando che così lo smaltimento finale non sarà fatto con il termovalorizzatore ma con le discariche, già ma stiamo andando a rifiuti zero. C’è qualche cosa che mi sfugge senza impianti di recupero come si fa a fare rifiuti zero? Questo giochino di far scadere il progetto della terza linea con tutte le autorizzazioni connesse ci è costato circa 1.800.000,00 Euro: abbiamo speso questa cifra per il progetto e le autorizzazioni, che poi abbiamo fatto decadere. Chi paga tutto questo? Ovviamente lo paghiamo noi. Nella strana alleanza delle primarie delle idee troviamo i soggetti politici che hanno partecipato all’approvazione del progetto di realizzazione della terza linea e contribuito anche a farlo decadere, tanto paghiamo noi.

Altro accadimento simile portato alla ribalta dalle recenti cronache per l’ok dato dai periti, è la discarica del Limoncino. I protagonisti delle primarie delle idee speravano che la magistratura facesse il lavoro della politica, adesso si dovrà fare chiarezza su cosa vuol fare la coalizione nei confronti di questo progetto. Perché revocare le licenze ha un costo, che va quantificato e proposto per vedere se la cittadinanza è disposta a pagarlo. Inoltre bisogna iniziare a fare i conti con un territorio che, a torto o ragione, è ostile a qualsiasi iniziativa privata.

Argomento porta a porta: vogliamo finalmente impostare il servizio a misura di cittadino? Possiamo finalmente pensare che ci sono anziani, disabili ed altre persone con particolari esigenze, come le case inferiori a 50 metri quadrati di superficie che hanno dei problemi con questo sistema? Perché se queste oggettive esigenze non verranno prese in considerazione nella progettazione dei servizi, come possiamo pensare di parlare di democrazia rappresentativa. Una politica credibile parte dall’ascolto delle esigenze dei cittadini non dai discorsi nei salotti.

Marco Ristori

Portavoce Livorno Democratica

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