Raspanti: “Il mio 25 aprile tra chi ha combattuto per la Liberazione”

Ho deciso di dedicare il mio 25 aprile non all’idea astratta della Liberazione e alla Storia con la S maiuscola, ma alle persone che la Liberazione del 1945 l’hanno vissuta in prima persona, da contemporanei. Tra coloro che avevano pochi anni meno di quanti ne ho io oggi quando l’Italia si liberò dai nazifascisti. Tra i testimoni. Di più: tra coloro, nella schiera sempre più assottigliata dei testimoni, che oggi, dopo aver vissuto sulla pelle quegli anni drammatici, avendo in molti casi perso tutto e tutto ricostruito, si sono ritrovati a vivere da soli gli ultimi difficili anni della loro vecchiaia e hanno trovato accoglienza dentro le strutture pubbliche o private che ho visitato in questi giorni. A loro il mio pensiero. A noi invece il compito di impegnarci per realizzare i valori che la storia ci ha insegnato, primo fra tutti il valore della storia stessa e della memoria. A noi quindi il compito di ripensare una città inclusiva, il sogno di una città in cui nessuno si ritrovi solo, risposte politiche per una terza età che non corrisponda a una condizione di marginalità sociale, a un esilio dalla comunità, ma che sia rispettata e valorizzata come risorsa. Perché il futuro ha radici antiche.

Andrea Raspanti

 

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