Psi: a Livorno manca un progetto di società

Il PSI ritiene che a Livorno manchi “un progetto di società”, cioè un progetto complessivo politico, economico, urbanistico, sociale e culturale che faccia uscire la città dalla profonda crisi da tempo in atto, collegandola ai contesti dell’Area Vasta, della Toscana e dell’economia globale. L’attuale modello di sviluppo, specie in una fase di recessione, necessita di nuovi parametri per nuove opportunità sociali ed occupazionali che traguardino il futuro oltre i propri confini. A Livorno è necessario rinvigorire la circolazione delle idee, la linfa della vita democratica, rinnovando la classe politica per evitare che una nomenclatura figlia della vecchia porti alla stagnazione ed all’attuale declino economico e sociale una città che ha ormai il culto della rappresentazione e non della pratica reale della democrazia. A conforto di queste valutazioni, il compianto prof. Massimo Paoli sosteneva “la preoccupante tendenza dei livornesi a preferire il peggio perché in controllo del gruppo dirigente, facendo sì che a Livorno si abbia una precaria economia a misura di una modesta classe dirigente e non una classe dirigente all’altezza delle potenzialità di sviluppo della città, capace di rispondere alle sfide della competizione nazionale e globale”.

Di conseguenza, alle prossime elezioni amministrative, nella corsa per la conquista del Comune, non potrà non pesare questo giudizio negativo sul non governo locale. Liquefazione delle alleanze, dimissioni e licenziamenti di assessori chiave, congelamento della giunta, azzeramento delle deleghe, rimpasti, politica delle varianti e concessioni urbanistiche realizzate ed ancora da realizzare orientate alla cementificazione edilizia ed alle lottizzazioni private, politica sanitaria da “maglia nera” in Toscana dovuta solo in minima parte agli attuali edifici, le mancate scelte sulla portualità livornese, assenza di un progetto sociale e culturale mirato ad individuare in quale città si vuole vivere ed a verificare da cosa è composto il PIL di questo territorio e cosa s’intende fare per corrispondere alle attese dei giovani che sicuramente vorrebbero una chance per il lavoro e per i “luoghi” dove incontrarsi, un’occasione per crescere, costruire e sperare: tutte scelte e situazioni che hanno fatto avvitare su se stessa sia la giunta comunale che la relativa classe politica responsabile. Porsi “il cambiamento” ed “il rinnovamento”, al di là del necessario ricambio generazionale, significa percepire che la crisi della politica e dei partiti sta soprattutto nell’invecchiamento di progetti, modelli, visioni, comportamenti e metodi che vanno cambiati ed adeguati agli interessi della gente. Di fronte all’inerzia politica ed alle mancate scelte programmatiche necessarie allo sviluppo del contesto economico e sociale, i socialisti ravvisano l’opportunità di smarcarsi dal vincolo aprioristico delle alleanze che rischia di produrre l’appiattimento per gestire l’esistente e si propongono come protagonisti, nel segno della “discontinuità”, di innovative visioni politiche di una nuova sinistra aperta e dinamica che devono essere il banco di prova per una seria politica riformista a Livorno. Una classe politica deve costruire e meritarsi l’aspettativa di rappresentanza territoriale ai vari livelli superiori e non invocare spesso una generica cultura della “protezione”.

 

 

PSI – Consiglio di Zona Livorno-Collesalvetti

 

Riproduzione riservata ©