Preoccupati per la situazione in porto, la nostra ricetta

La Fillea e la Filt di Livorno sono da tempo preoccupati per la gravissima situazione di forte disoccupazione che penalizza la qualità della vita nel nostro territorio, dove la crisi ha prodotto e produrrà ancora problemi non solo ai lavoratori, ma a tutte le persone che non riescono a trovare a Livorno un qualsiasi lavoro che possa garantire un reddito dignitoso per vivere; se nel Porto si comincia ad uscire dal tunnel degli ammortizzatori sociali e l’approvazione del Piano Regolatore potrà e dovrà dare nuovo impulso all’industria portuale, nel settore edilizio il territorio di Livorno ha visto negli ultimi 5 anni diminuire gli occupati da 5600 agli attuali 2400 addetti. Esiste ed è oggettivo il forte rischio che la lunga crisi e l’alto tasso di disoccupazione possano causare e favorire l’insorgere di situazioni riconducibili ad estreme forme di sfruttamento delle persone;  la penetrazione di attività anche illegali è una condizione di cui non aver paura, ma che ha bisogno di strumenti operativi e della responsabilità civile di tutti.
Una cosa è certa: non possiamo che reputare sciocchezze e pericolose leggerezze le affermazioni di chi in maniera sprovveduta  pensa di risolvere il problema della illegalità rinunciando a dare “lavoro in appalto”, quindi rinunciando a costruire le infrastrutture che sono indispensabili a dare un futuro all’economia di questo territorio.  Ricordiamo che oltre ad una Legge regionale sugli appalti, esistono basilari accordi fra i soggetti pubblici e l’autorità prefettizia che rappresentano vincoli e strumenti di controllo in grado di poter prevenire e intervenire per escludere qualsiasi tipo di penetrazione illegale (e mafiosa); anche il sindacato è in campo su questo tema e ha chiesto maggiore sinergia con le istituzioni e i soggetti pubblici, come le Autorità Portuali, che hanno un forte ruolo come committente; la firma di qualche mese fa dei sindacati edili con l’Authority del porto di Piombino  e il 3 dicembre scorso con l’Authority del porto di Livorno, su “Protocolli di legalità” consente di avere un continuo accesso e reciproco scambio di informazioni (come sulla congruità delle gare e di conoscenza delle professionalità esistenti nel nostro territorio per favorire l’accesso al lavoro). Gli appalti all’interno dei porti, quindi i cantieri che nascono a stretto contatto con il lavoro portuale, sono e saranno sempre più in trasparenza sia rispetto alla qualità, sia per i tempi di realizzazione previsti dalla gara, sia nel controllo dei costi finali, con un ritorno immediato nella tutela dei lavoratori, sia di carattere contrattuale sia di sicurezza. Quindi il lavoro sindacale e il risultato operativo di questi protocolli devono consentire di tenere il nostro territorio esente da qualsiasi possibile tentativo di infiltrazione malavitosa e di aumentare il sentimento di legalità attraverso maggiori e puntuali controlli nel sistema degli appalti; così si risponde alle sciocchezze irresponsabili che abbiamo sentito in questi giorni; tutti  abbiamo l’obbligo di favorire le nuove prospettive di  lavoro, un dovere che ha soprattutto chi oggi governa la città.

Le Segreterie  Fillea Filt Nicola Triolo e Claudio Picchiottino

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