Porto: una rivolta moderata contro l’irresponsabilità politica del 19%

Il Sindaco, ing. Nogarin, ci ha abituato a un valzer continuo di opinioni. Anche il porto è stato vittima di giravolte che sembrano il frutto di un vuoto profondo in seno al M5S. In campagna elettorale aveva promesso la privatizzazione della Porto di Livorno 2000, appena dopo la sua elezione si è bruscamente rimangiato la promessa. Adesso siamo a una versione della Darsena Europa light, come la ricetta di un famoso formaggio spalmabile. La distanza tra la Giunta e la città reale fatta di operatori economici, lavoratori, giovani e poveri è ormai incolmabile. C’è un movimento che sulla carta conta per il 19% che si assume la responsabilità, a sentire il capo dei grillini, ing. Bastone, di votare contro l’approvazione della variante anticipatrice al PRP. Un movimento che – a fronte delle numerose scelte sbagliate di questi mesi – dovrà fare i conti con il proprio peso appena dopo le elezioni regionali. Visto che ha vinto più per demeriti del PD livornese che per meriti suoi propri, la tornata elettorale associata ai mesi di governo sarà interessante. E’ possibile che sulle sorti della città debba influire il 19% – ed anche meno – di un movimento politico contrario a tutto? È vero: il porto è stato ostaggio di una “guerra per bande”, fino quasi a rischiare di divenire il ‘porto dei pollai’. Ma del PRP, di questo PRP, se ne parla da 4 anni. Non è responsabilità di nessuno se il M5S non ne è a conoscenza. Si getta sull’opinione pubblica l’immagine della ‘colata di cemento’ e delle conseguenze sulla costa. Poco importa che nello “Studio della dinamica costiera” allegato al PRP, sulla base della modellistica numerica applicata si è verificato che per il litorale che ricomprende l’ambito del porto di Livorno la presenza delle opere previste non alteri la risultante della componente longitudinale del flusso di energia associato al clima medio del moto ondoso (“sulla base dei dati oggettivi esaminati possono escludersi possibili impatti negativi imputabili al nuovo assetto planimetrico contemplato dal PRP (2010) sui processi di morfodinamica dei litorali adiacenti” Cap. 5). Che ne cale al Sindaco e al M5S se gli studi specialistici condotti hanno portato a valutare in modo oggettivo, che la presenza delle opere previste dal PRP non comporteranno alterazioni significative dei processi di morfodinamica litoranea tali da richiedere la pianificazione/attuazione di opere di salvaguardia e/o manutenzione della fascia litoranea. Pertanto è ovvio che il PRP non contempli alcuna modalità di attuazione e tanto meno i relativi costi di opere/interventi di ingegneria costiera. Critiche sì, fesserie no hanno fatto sapere dall’Autorità Portuale ai 5Stelle. Quello su cui il movimento del 19%, al governo della città, fa leva è la politica dell’emozione irrazionale. Complici silenti di questa politica sono pure i sostenitori di questa maggioranza in Consiglio e nei consigli di amministrazione delle società partecipate. Ma può un’intera collettività, che ha bisogno di scelte chiare e forti, derogare queste decisione strategiche al movimento del 19% e ai gruppetti che ne rappresentano le sue stampelle politiche? La nostra fiducia si rivolge ai produttori (imprese e lavoratori). Spetta a loro, insieme con le forze politiche responsabili, il compito di intraprendere una rivolta moderata contro il verbalismo di questa pericolosa classe dirigente, per far capire con fermezza quali conseguenze – politiche e storiche – incombono sulle loro decisioni: il blocco o lo sviluppo. Un porto che, storicamente, è bene ricordarlo, nasce prima della città.

Il Direttivo di Livorno Democratica

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