Ponte Santa Trinita: un’emergenza da risolvere

Sul ponte che unisce Piazza del Pamiglione al quartiere della Venezia, ormai da anni si protrae una situazione che mette a rischio la sicurezza dell’utenza stradale.

A riprova della necessità d’intervento, complice l’arrivo del maltempo, il verificarsi degli ennesimi incidenti concentrati nel corso della settimana passata.

 

Non può sfuggire a nessuno che sul ponte di Santa Trinita vi sia qualcosa che non funziona a dovere. Solo ultimi in un susseguirsi costante di sinistri che da tempo hanno messo più o meno a repentaglio la sicurezza di automobilisti e centauri, anche la scorsa settimana si sono registrati nuovi incidenti, le cui modalità di accadimento si rivelano sempre molto simili.

Tra i dettagli emersi da uno di questi più incidenti recenti, abbiamo appurato dalle parole dei testimoni come le machine procedessero ad una velocità decisamente moderata. Da ciò, deduce che l’asfalto del ponte risulta usurato dal tempo, dalle intemperie e soprattutto dal quotidiano e ripetuto passaggio di mezzi a due e quattro ruote. Di conseguenza, si capisce come il manto stradale in questione non sia più in grado di garantire un adeguato livello di aderenza dei pneumatici al terreno e la relative sicurezza dei veicoli e di chi vi viaggia a bordo.

Inoltre, la traiettoria della curva in discesa, affrontata da coloro che provengono da Piazza del Pamiglione in direzione del  quartiere della Venezia, è stata proprio sbagliata in origine, sin dal momento della progettazione. Se da una parte risulta ad oggi impensabile impegnarsi nel costruirne ex novo la campata dell’intero ponte, vista l’elevata spesa economica che tale operazione necessiterebbe, dall’altro lato non sarebbe però tanto impraticabile l’ipotesi di arrivare a breve a ridisegnare almeno il tratto finale della curva della rampa.

Oppure, un’altra soluzione da adottare come palliativo almeno temporaneo, potrebbe essere quella di installare un apposito rail al centro della carreggiata, eliminando il marciapiede laterale per fare spazio. In questo modo, si proverebbe a contenere il rischio d’impatto tra i veicoli che si apprestano alla salita in direzione opposta e chi tende a sbandare in discesa, fatto che avviene di sovente indipendentemente dal verificarsi di incidenti.

Tra le tante opzioni, la sola certezza è che un’azione deve essere intrapresa quanto prima: non è ammissibile accettare passivamente il verificarsi di tanti sinistri. La sicurezza, non solo quella delle piste ciclabili, dovrebbe essere la prima preoccupazione, specie per un assessorato comunale alla mobilità.

 

Riccardo Heusch

Presidente Commissione Traffico e Mobilità

AC Livorno

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