Piste ciclabili e politica dei selfie: per la sicurezza stradale dei ciclisti Nogarin ha fatto poco o niente

Martedi pomeriggio, nel corso della manifestazione indetta da Wwf e Pandaciclisti per dire “Basta ai morti sulla strada”, abbiamo assistito all’ennesimo episodio di politica di selfie e annunci a cui ci ha ormai abituato il sindaco Nogarin.
Dopo il proclamato – e mai attuato – autobus gratis per tutti , invece di impegnarsi per cose che non farà mai ( come ad esempio l’ulteriore pedonalizzazione del Pentagono del Buontalenti) o peggio ancora prometterne di sbagliate (come di rimettere i cordoli vecchia maniera e riaprire al traffico la ZTL in via Fiume) sarebbe più onesto e produttivo da parte di questa giunta dare continuità amministrativa ad alcune delle scelte sulla mobilità sostenibile già impostate dalla precedente amministrazione, come del resto come è stato fatto recentemente sulle emissioni climalteranti con il Patto dei Sindaci.
E di cose da fare ce ne sarebbero.
Ci riferiamo ad esempio all’estensione delle area Zona 30 , le zone di moderazione del traffico nella viabilità urbana precedentemente varate dalla giunta uscente – zone che andrebbero anche maggiormente controllate – o il completamento dei progetti di collegamento di percorsi ciclabili protetti tra quartieri.
O ancora cose ordinarie come tappare le buche per strada, vero pericolo per i ciclisti, ( in via Montebello ad esempio ogni giorno in bici si rischia la vita) o ancora meglio, cominciare a correggere alcuni errori di progettazione, come quelli fatti sulla pista lungomare che vede l’inopportuna promiscuità tra pedoni e ciclisti.

Forse cose che non meritano un selfie, ma sicuramente più efficaci per la sicurezza stradale della sterile protesta con cartello in mano davanti alla prefettura, quasi che al governo della città ci sia qualche altro.
Quello che non riusciamo a capire invece è perché bisogna dare continuità amministrativa alle cose sbagliate.
Ad esempio il completamento della pista ciclabile di Viale Nazario Sauro, di là del simpatico colore arancio – che dimostra la discontinuità politica con i precedenti 70 anni di potere – vede molte interruzioni del percorso che costringono durante il suo attraversamento a scendere più volte in strada nel breve tratto che porta al lungomare.

Perché non è stato possibile mettere a proprio agio e in sicurezza quei soggetti deboli – bambini ed anziani – che potrebbero farne uso?
Passi il senso alternato, ma fare una pista che è riuscita a concentrare tutti i difetti delle piste ciclabili costruite in precedenza a Livorno – pavimento disconnesso, promiscuità con i pedoni, discontinuità e dimensioni che obbligano al senso unico – è stato uno sforzo che ha meritato anche la nostra attenzione.
Per questo attendiamo fiduciosi di essere chiamati anche noi a dire la nostra sui progetti di mobilità sostenibile, se e quando si riunirà il Tavolo/Consulta proposto dal WWF.
Sempre se saremo invitati.
Può darsi infatti che un’associazione di area dem rischi di stonare accanto agli “antagonisti da salotto” che stazionano da mesi alla corte della giunta di Nogarin , al “parterre de roi” di professionisti dell’antipolitica, o alla nuova classe dirigente di reduci della sinistra extraparlamentare che siede nei consigli di amministrazione su nomina 5 stelle.
In tal caso continueremo a dire la nostra dalle pagine dei giornali.

Renato Gangemi, Daniele Morelli, Simone Maltinti, Renato Bianchi
Per gli Ecologisti Democratici di Livorno

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