Pedane degli autobus, continuano i problemi

Salve vi ricontatto sempre per il solito problema delle pedane bus. Nulla è cambiato solo il fatto che sulla mia linea che porta da casa al centro città è stata messa solo una vettura su 4 circolanti sulla linea 4 con pedana manuale. Io  devo prendere quella, se la perdo prima che ripassi devo attendere circa un ora e venti se devo spostarmi su altri posti è sempre difficilissimo. Ma anche sul 4, specialmente la domenica, dove la vettura con pedana manuale che dovrebbe esserci sempre misteriosamente sparisce, non c’è. Due domeniche fa ho atteso 55 minuti alla fermata. Ieri, lunedì 17 marzo, ho atteso 1 ore e 20 minuti per tornare dal viale Italia in centro. E’ una vergogna. Questo è quello che ho postato su facebook ieri sera.
“Anche oggi per l l’ennesima volta siamo rimasti a piedi per ben tre volte anzi considerando la partenza 4 volte sulla linea 1 al ritorno ero alla fermata sul viale Italia vicino al deposito alla seconda vettura che non andava la pedana sono piombato in deposito e devo dire che sono rimasto colpito dalle risposte date. Mi viene inizialmente scosso le spalle per il mancato funzionamento delle pedane poi incavolato ho detto che vorrei vedere che cosa farebbero se al posto mio ci fossero loro. con una bimba su sedia a rotelle che tutte le volte rimane a piedi. Ma nulla, scuotono le spalle poi mi viene detto che alle revisioni le pedane vanno. Ma chi volete prendere in giro? Sono anni che quelle vetture non funzionano e allora allora come si spiega che passino revisione? Qualcosa non torna poi circola una lettera un po’ strana da un mese.  Io non vado solo in centro, vado anche in altri posti. Tutte le vetture dotate di pedane devono funzionare. E’ una vergogna che su 100 autobus solo una ventina funzionano. Non si può aspettare ore alla fermata in attesa di un autobus con pedana funzionante. Non ne posso più. Un ringraziamento speciale va a tutti quegli autisti che mi stanno aiutando con mille difficoltà per farci effettuare l’accesso a bordo dei bus. Grazie di cuore”.

Jonathan Alderigi

 

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