Pd. Porto e Darsena Europa: la visione distorta e “pericolosa” del sindaco Nogarin

Il sindaco Nogarin ci ha ormai abituati ad una campagna politica permanente, evidentemente per nascondere il nulla della propria amministrazione, arrivando a travisare la realtà e a fornire una visione distorta dei fatti.

1) La Piattaforma Europa è si una grande opera, ma soprattutto un’opera utile. Limitarsi alla valutazione quantitativa già di per sé denota la miopia di un’amministrazione, quella cittadina, che dovrebbe essere il principale sponsor del progetto. Peraltro, come ben si sa, l’opera, che nel suo complesso costa 1,3 mld di euro, è stata divisa in due parti proprio per evitare qualsiasi tipo di aleatoria astrattezza. La prima fase prevede che venga realizzato il Terminal Container (ed è ciò a cui si sta lavorando: costo nudo 650 milioni di euro, 870 mln se consideriamo l’equipment), la seconda fase (futuribile) prevede la realizzazione del Terminal RO/RO. Tutte cose che il sindaco della città dove sorge il Porto dovrebbe ben conoscere. Evidentemente conta di più procedere a distruggere qualsiasi ipotesi di sviluppo che dare il proprio contributo in tal senso.
2) Sui tempi di realizzazione: il raffronto con i supposti 20 anni impiegati per realizzare il Palasport è improprio e non tiene conto dei problemi legati alla realizzazione di quell’opera (con il fallimento delle officine San Marco che dovevano fare il tetto e i conseguenti ritardi accumulati). Il cronoprogramma dei lavori, che è parte integrante del bando di gara, prevede che ci vogliano 5 anni per realizzare l’opera e non abbiamo ragione di credere che non debba essere rispettato.
3) I soldi per realizzare la Piattaforma Europa, per quanto il Sindaco Nogarin goda all’idea di pensare il contrario, ci sono: 170 milioni li mette la regione, altrettanti ne metterà l’Autorità Portuale accendendo un mutuo. I soldi pubblici del Governo arriveranno presto con la delibera del Cipe. I soldi del privato non ci sono ancora per un motivo molto semplice: che non c’è ancora un privato. Il bando di gara si chiuderà infatti il 30 giugno e solo allora sapremo chi ha manifestato interesse a partecipare alla gara. Il privato, che dovrà occuparsi di redigere il progetto definitivo e di realizzare l’opera, avrà chiaramente tutto l’interesse a rispettare i tempi del cronoprogramma.
4) L’opera nasce anche per rilanciare l’occupazione sul territorio. E solo chi non ha ancora capito di essere sindaco di una città la cui economia è letteralmente legata a doppio filo con i traffici portuali, fin dalla sua fondazione, può avventurarsi in considerazioni contrarie. Anche riguardo al ruolo dell’Autorità Portuale , appare evidente come oggi l’APL sia il principale investitore sul territorio della provincia finanziando numerosi interventi di ammodernamento infrastrutturale dello scalo esistente che danno lavoro a decine e decine di persone. Non esiste soltanto la Piattaforma Europa, come peraltro emerge dal prestito concesso dalla Bei, 90 mln di euro, per finanziare sei opere di dragaggio e sette opere infrastrutturali del triennio 2016-2019. Ci chiediamo se anche questa volta non si sia presenza dell’ennesima arma di distrazione di massa del sindaco. Ricordiamo infatti i proclami di una Spil che lui avrebbe trasformato in nuova IRI per dare futuro e occupazione alla comunità livornese, così come quelli di un polo tecnologico che attraverso un presunto “asso nella manica” sarebbe sorto sulle ceneri della Trw dando lavoro a tutti gli ex dipendenti.

Siamo in presenza ancora una volta del primo sindaco nella storia che invece di attrarre gli investimenti nella propria città, pratica con convinzione il disincentivo nei confronti di potenziali investitori. Ci chiediamo, guardando alla vicina Piombino, cosa sarebbe successo se il primo cittadino si fosse comportato nella stessa maniera respingendo progetti e investimenti pubblici che di fatto stanno cominciando a dare i primi risultati nei confronti di un territorio bisognoso, tanto quanto Livorno, di occupazione.

PD Livorno

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