Ospedale di Livorno: la “normale” emergenza

La situazione venutasi a creare all’ospedale di Livorno, con pazienti di medicina fatti girare nei reparti di ortopedia e chirurgia, non è un’emergenza legata ai “picchi di malattia e di ponti festivi” anche perché la situazione si è verificata una settimana prima delle festività pasquali.

Quella che potrebbe sembrare un’emergenza è purtroppo quasi la norma; già quest’inverno è accaduto che pazienti di medicina sono stati “appoggiati” in chirurgia per mancanza di posti letto, in concomitanza con l’epidemia influenzale che costituiva “l’emergenza “ del momento.

Probabilmente anche un bambino di 8 anni sa che da novembre arriva l’influenza e che questa non si può considerare , per un presidio ospedaliero un’emergenza, ma una situazione che si ripete prevedibilmente tutti gli anni.

E allora cosa è che non ha funzionato ? E non funziona ?

In realtà la scelta dei vecchi , come dei nuovi dirigenti ospedalieri, su mandato politico della regione e del governo è stato ed è quello, della riduzione dei posti letto, della chiusura e accorpamento delle specialistiche.

La parola d’ordine è risparmiare non assumendo personale, riducendo i servizi. A riprova di ciò gli ultimi amministratori avevano il premio di produzione in base alla capacità di risparmiare sul costo del personale.

Peccato che a pagare , oltre al personale, sono proprio gli ammalati.

La scusa è stata quella di adottare il “modello “ dell’ospedale ad intensità di cura, che è servito ad ridurre negli ultimi anni i posti letto , collocando Livorno alle posizione più basse a livello nazionale per posti letto per abitanti nel territorio.

A questo si aggiunga l’invecchiamento della popolazione, un territorio fra i più inquinati d’Italia ed ecco che si spiega il sovraccarico della struttura ospedaliera.

Alcuni esempi : il reparto di ortopedia , spesso appoggia i propri malati nel reparto di chirurgia, peccato che 2 anni fa è stato chiuso il reparto al 3\1° week surgery di 16 posti letti . Il 6\1° reparto di week surgery , che unisce chirurgia generale, chirurgia vascolare, urologia, ginecologia,ottorino, dermatologia,oculistica, che dovrebbe chiudere, in teoria il venerdì pomeriggio, chiude il sabato per fornire una riserva di posti letto.

E’ chiaro che questa situazione non può durare e che il peggioramento progressivo delle condizione lavorative e di cura non può essere più tollerato.

Bisogna che i lavoratori della sanità per primi e poi gli abitanti della città e della provincia si mobilitino per avere una sanità decente, in una struttura adatta.

I soldi ci sono, dove e come vengono spesi sono scelte politiche , questa è la vera e unica emergenza.

Rosalba Volpi

Communia Livorno ,Rete Communianet.org

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