Nuovo Cda di AAmps: Livorno non è terra di conquista!

I membri del nuovo CdA di Aamps ci sembrano dei professionisti con un curriculum di alto livello: ci auguriamo che siano all’altezza del compito che li aspetta. Il nostro giudizio sulla scelta del concordato, allo stato delle conoscenze attuale di tutti, resta drasticamente negativo. Se davvero questa Amministrazione vuole andare nella direzione di una gestione pubblica del servizio e di una politica dei rifiuti che rinunci a ogni ricorso all’incenerimento ma sia basata sul principio del riciclo, le occorrerà non solo un CdA con buone doti manageriali, ma una capacità di azione politica molto superiore a quella dimostrata finora, che ha fatto sorgere più di un dubbio sulle reali intenzioni di Nogarin in questo settore.
L’obiettivo primario e urgente, adesso, è quello di risanare per quanto possibile l’azienda in modo da scongiurarne il fallimento e salvare anche le molte aziende dell’indotto, senza gravare sulla TARI o sul bilancio del Comune, tutelando in questo modo lavoratori e cittadini. Ci riserviamo, come gruppo consiliare, di mettere in atto fin da subito, a livello di Consiglio Comunale, uno stretto monitoraggio della nuova gestione di Aamps. A questo proposito riteniamo fondamentale rendere più efficaci le attuali ‘Linee di governo delle Società Controllate’, approvate dal Consiglio Comunale di Livorno nel lontano 2006, che si sono rivelate poco stringenti per garantire la funzione di controllo dell’assemblea elettiva rispetto alla complessa partita delle aziende controllate. Detto questo, non possiamo non sottolineare alcuni aspetti degli ultimi sviluppi della vicenda Aamps che destano in noi gravi preoccupazioni e che ci ispirano, sulla gestione di tutta la faccenda, un giudizio nettamente negativo.
Ci pare che la revoca del CdA presieduto dal Dott. Iacomelli, così come la nomina dell’attuale CdA, siano state fatte al di fuori delle funzioni di controllo che, all’interno di un assetto istituzionale che deve bilanciare il grande potere che la normativa vigente dà al Sindaco, devono garantire che quest’ultimo non gestisca il pubblico con una logica privatistica. Ci sembra che nelle ultime settimane sia emersa una grave mancanza di sinergia tra Socio, Collegio sindacale di Aamps, Collegio sindacale del Comune, Segreteria Generale, Avvocatura Civica e Uffici comunali. Lo stesso Dott. Carpano parla, nell’allegato al verbale dell’assemblea odierna, di ‘vuoto informativo’ tra organi di controllo, venutosi a creare a causa di ‘gravi ed inauditi eventi che hanno fatto precipitare l’Aamps in una situazione di chiara insolvenza’. In questo contesto di mancato controllo risulta particolarmente preoccupante che la nomina del nuovo CdA avvenga in un momento in cui non sono ancora chiari i contorni di legittimità della revoca del vecchio. Rimane peraltro aperta una importante questione circa l’interpretazione del rapporto tra Socio e Amministratori della Società, partecipata al 100% dal Comune. Ci sembra infatti che il Sindaco abbia nei fatti aderito ad una interpretazione autoritaria, che relega gli amministratori al ruolo di semplici esecutori delle sue volontà, che nei fatti sono state spesso sottratte al controllo del Consiglio Comunale. Questo, in qualche modo, produce una singolare interpretazione del concetto di ‘pubblico’: è pubblico ciò che decide il Sindaco. O, in altre parole, l’état c’est moi. La sua scelta di delegare uno studio legale, per quanto prestigioso, a rappresentarlo in Assemblea, per quanto tecnicamente legittima, ci sembra inoltre la sconfitta dell’idea di governance delle società pubbliche che vorremmo veder prevalere: una governance in cui chi è stato eletto dai cittadini e quindi li rappresenta, non è costretto a ‘barricare’ le proprie decisioni dietro al nome di un grande avvocato, ma le difende con la sicurezza di chi ha coltivato e ottenuto un mandato forte dalle istituzioni che, pro-tempore, si trova a governare. E’ la stessa scelta di questo modo di procedere testa bassa e senza alcun confronto con chi all’interno dell’assetto istituzionale esercita funzioni di garanzia nei confronti dei cittadini a privare Nogarin della forza politica di cui una situazione come questa avrebbe bisogno. Il Re Sole ha abdicato al trono come tanti suoi illustri predecessori? Il controllo esterno alla città sulle decisioni cruciali da parte dei poteri regionali e nazionali è uno scenario politico a cui questa città è tristemente avvezza, basterebbe ricordare la legge ad hoc di Rossi che prevedeva i poteri sostitutivi da parte della Regione in caso di mancata approvazione del PRP. Concludiamo con un auspicio. Ci auguriamo che la nostra città possa uscire dalla tremenda palude economico-sociale nella quale sta sprofondando. Per questo, serve che la politica non ceda alla tentazione delle battaglie ideologiche che vengono combattute a Roma sulla pelle di noi poveri provinciali. Sappiamo tutti che le elezioni amministrative a Roma e Milano stanno trasformando la nostra città in un’arena, nella quale si lotta trascurando le vittime che restano sul campo. Ai big del PD e del M5S vorremmo mandare un chiaro messaggio: Livorno non è terra di conquista.

GRUPPO CONSILIARE BUONGIORNO LIVORNO

Riproduzione riservata ©