“Non aveva benzina per proseguire, l’ho soccorso. Mi sono vergognato del mio posto fisso…”

Buongiorno. E’ da molto tempo che leggo Quilivorno.it e vorrei esprimere la mia gratitudine nei vostri confronti nel lavoro che svolgete velocemente nel dare le informazioni. Ora vorrei raccontare la mia storia alla città che amo tanto e che amerò sempre.
Ieri pomeriggio 6 maggio come è di mia consuetudine finisco il mio lavoro alle 18 e mi avvio con la mia macchina verso casa percorrendo (la trappola) la solita variante direzione Salviano.
Ad un certo punto davanti a me si ferma una macchina sulla destra con a bordo una coppia di giovane età (circa 34 anni) con un figlio piccolo. Li sorpasso e mi posiziono davanti con le 4 frecce (vi potete immaginare il traffico, subito in tilt perché la variante è stata costruita bene). Scendo dalla macchina e presto subito soccorso come, secondo il mio punto di vista, bisognerebbe fare in queste circostanze: aiutarsi a vicenda invece di stare a guardare o a “suonare”.
Lui mi dice che era rimasto senza benzina e decido di accompagnarlo al primo distributore. Nel breve tragitto mi racconta tutta la sua vita e quello che sta passando adesso. Io oggi, per la prima volta, mi sono vergognato di possedere un lavoro fisso. Il ragazzo era rimasto a secco perché non gli funzionava l’indicatore della benzina e non poteva aggiustarlo per il semplice fatto che non ha soldi.
Mi ha raccontato del fallimento della sua piccola ditta di impianti elettrici che grazie a questi costruttori che scappano con i soldi lui non riusciva a riscuotere (e non li riscuoterà mai, di solito succede così) e quindi è stato costretto a chiudere. L’anno dopo sua moglie, per di più incinta, è rimasta senza lavoro perché il negozio dove lavorava ha chiuso. Il ragazzo, senza vergognarsi, mi raccontava che per due anni non ha lavorato e che per fortuna c’era la Caritas che gli offriva un pasto perché, essendo senza denaro, non poteva più pagare l’affitto, non sapeva più neanche dove mangiare e dove dormire.
Quindi decide di fare domanda per le case popolari ma la strada è lunga. Ha impiegato tutte le sue forze, è andato a sbattere la testa da tutti i possibili istituti e da tutti i futuri sindaci però mi spiegava che anche se sei uno che paga regolarmente le tasse e sei un cittadino italiano onesto è inutile.
Prima di lui le case popolari sono state assegnate a tre famiglie provenienti dalla Romania (ora io domando ma è possibile lasciare una famiglia di età 34 anni fuori per strada a dormire in macchina?). La casa non è un diritto per chi è impossibilitato a pagare o per chi non ha un lavoro e sulle spalle ha un figlio e una moglie oltretutto per uno che è nato in questa città? Io non sapevo più cosa dirgli per incoraggiarlo, mi vergognavo di possedere una vita migliore di lui. Dopo averlo riaccompagnato alla macchina, il ragazzo mi ringrazia, così come la moglie e il bambino. Vorrei esprimere un pensiero a questi futuri sindaci non fate lo stesso sbaglio che hanno fatto in precedenza i vecchi sindaci.

Dario

 

 

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