Non assumere tutte le educatrici è un errore politico
La decisione della Giunta in merito al perfezionamento del piano assuntivo del 2014 alla luce dei vincoli giuridici introdotti nelle ultime settimane dalla Legge 114/2014, per quanto formalmente legittima, risulta molto discutibile dal punto di vista politico.
Non sottovalutiamo la delicatezza del compito a cui il Sindaco e gli Assessori erano chiamati, ma abbiamo anche chiaro che situazioni di questo tipo costituiscono la norma e non l’eccezione dell’azione di governo, ragion per cui ci sentiamo stimolati a intervenire.
Delle 11 assunzioni previste dal piano per l’anno in corso e ancora non effettuate (di cui 8 educatrici, 3 vigili urbani e 1 assistente sociale) la Giunta aveva la possibilità di perfezionarne soltanto 9.
La scelta, fatta salva la totale uguaglianza dei diritti di tutti i lavoratori e le lavoratrici in questione, era effettuabile solo sulla base di una lettura dei bisogni del territorio e dell’individuazione, tra di essi, di alcuni in via prioritaria. Una scelta squisitamente politica, insomma.
Programma di mandato alla mano, nel corso dell’ultima riunione della VII commissione, abbiamo cercato di tradurre quindi sul piano politico le varie opzioni in campo, sottolineando come un’eventuale assunzione parziale delle educatrici (6 al posto di 8 per fare spazio ai 3 vigili urbani) avrebbe sostanzialmente contraddetto alcune affermazioni del programma che ci erano parse apprezzabili, in particolare l’intenzione di superare gradualmente il ricorso al lavoro temporaneo erogato ai servizi educativi attraverso un’agenzia di somministrazione (metodo con cui ad oggi vengono abitualmente coperti i posti vacanti) per arrivare alla costituzione di una graduatoria interna per il tempo determinato . Una posizione che condividiamo, e per la quale ci siamo impegnati fin dai primi giorni della nuova consiliatura, specie considerato che il ricorso alla somministrazione di lavoro temporaneo nei servizi educativi costituisce, giuridicamente, un’anomalia e, pedagogicamente, un difetto non trascurabile che insiste su una situazione già critica come quella della scuola.
Ci siamo pertanto chiaramente dichiarati dell’opinione che la priorità politica dovesse essere quella di tutelare la qualità dei servizi educativi attraverso la tutela delle condizioni di lavoro del personale chiamato ad operarvi. Non ci è tuttora chiaro, dopo due ore di dibattito, quale sia la priorità individuata dalla Giunta, al di là della massimizzazione delle assunzioni, che sembra più rispondere a ragioni di ordine interno alla macchina amministrativa che non a una presa di posizione politica in merito alle esigenze del territorio.
La soluzione della Giunta (6 educatrici e 3 vigili urbani) è una conferma di fatto dell’impressione che avevamo ricavato dalla lettura del programma: fragilità e disorientamento della volontà politica. La maggioranza ha perso l’occasione di marcare la sua differenza, di tradurre in azione la discontinuità in nome della quale, l’8 giugno, la base elettorale ha deciso che saltare dalla finestra era meglio che mangiare la solita minestra. La decisione di non dare seguito all’assunzione di tutte e 8 le educatrici ripropone invece la scelta delle vecchie amministrazioni di avvalersi del lavoro temporaneo nei servizi educativi sebbene il Contratto Nazionale del Pubblico Impiego sia chiaro in merito alla sua impraticabilità e si sprechino le considerazioni di ordine pedagogico in merito al valore della continuità educativa e didattica. La questione generale, che riguarda la riorganizzazione del lavoro nei servizi alla prima infanzia, è complessa, e siamo da tempo al lavoro per produrre atti da portare al più presto in Consiglio Comunale. Qui vogliamo limitarci a una domanda tra le tante. Nel consiglio del 25 agosto scorso abbiamo avuto modo di criticare severamente il programma di mandato del Sindaco e della sua maggioranza: cosa dobbiamo pensare di fronte a un’azione di governo che ne smentisce anche gli elementi positivi?
Il Gruppo Consiliare e il Direttivo di Buongiorno Livorno
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