Offese ai volontari, l’Asl: malinteso, piena disponibilità

In merito a quanto apparso sulla stampa relativamente al percorso di profilassi seguito dai volontari di una delle associazioni di soccorso impegnate a livello locale, l’Asl tiene a precisare di aver incontrato, tramite il direttore del Pronto Soccorso di Livorno, dott. Paolo Pennati, la responsabile della suddetta associazione già il giorno successivo all’episodio. In questa occasione è stata data immediata e piena disponibilità a condividere e individuare una nuova procedura per questi casi. A fronte di questo è comunque opportuno ricordare come la normativa vigente in tema di profilassi del contagio della meningite meningococcica preveda l’utilizzo di antibiotici esclusivamente nel caso di contatti protratti nel tempo con condivisione prolungata di un ambiente chiuso oppure a seguito di manovre rianimatorie da parte dei soccorritori. La competenza ad accertare la necessità della profilassi è della UOC Igiene Pubblica e del Territorio, che deve essere immediatamente informata dei casi di ispezione meningococcica e intervenire per quanto di sua competenza.
L’Azienda, chiamando i soccorritori, ha dimostrato una attenzione nei confronti dei volontari che può, quindi, essere considerata quasi “un eccesso di zelo”. L’eccessiva facilità del ricorso alla somministrazione del farmaco apre, tra l’altro, temi rilevanti da valutare con attenzione su eventuali responsabilità nel caso di shock anafilattico per reazioni allergiche a seguito di profilassi non necessarie. Per quanto riguarda il caso specifico, dalla ricostruzione fatta, emergono una serie di circostanze contingenti e di malintesi che si sono tradotte in un contenzioso spiacevole che, sicuramente, non si sarebbe dovuto nemmeno aprire. A fronte di questo l’Azienda si impegna a rivedere i passaggi del processo assistenziale che saranno codificati in una specifica procedura organizzativa adottata nelle prossime ore e che stabilirà, in base alle evidenze scientifiche, quali sono gli atti da compiere e chi li debba compiere.
L’Azienda conferma l’apprezzamento sempre dimostrato nei confronti delle Associazioni di Volontariato e dei soccorritori che operano all’interno di esse e si scusa delle spiacevoli incomprensioni sorte. Ricorda tuttavia la possibilità, al di là dei momenti previsti all’interno degli organismi paritetici che regolano in maniera periodica i rapporti tra Azienda e Associazioni, che la attuale Direzione ha sempre lasciato un canale diretto per la presentazione e risoluzione delle problematiche che possano presentarsi senza il bisogno di utilizzare toni e modalità pubbliche che certo non favoriscono lo sviluppo di un rapporto sereno e collaborativo.

La lettera dei volontari della Misericordia di Montenero – Oggi (30 gennaio, ndr) l’ennesimo episodio di maltrattamento “a parole” per i nostri volontari da parte degli infermieri del pronto soccorso. Tutto ciò deve finire. Una squadra ha portato in pronto soccorso un sospetto caso di meningite per cui nel pomeriggio siamo stati avvisati dal 118 di inviare la squadra in pronto soccorso per la profilassi. Arrivati sono stati trattati come qualsiasi altro paziente: attesa, triage, fila ai codici bianchi. Abbiamo provato a sollecitare l’intervento con telefonate al 118 e al p.s. Forse dobbiamo ringraziare chi è intervenuto poiché l’attesa invece di 2 ore e mezzo poteva essere prolungata anche alla notte. I volontari hanno provato a sollecitare più volte gli infermieri per avere una semplice pasticca. Noi volontari che spendiamo il nostro tempo libero per il prossimo, ammalato, infortunato o cagionevole. Alle numerose richieste dei nostri ragazzi gli infermieri hanno iniziato ad innervosirsi trattandoli come paziente insistente o che voleva passare avanti a chi era arrivato prima. Io mi chiedo: ma noi volontari, parte integrante del S.S.N. a costo zero, angeli del soccorso con animo ricco di spirito di fratellanza e misericordia dobbiamo essere trattati così da caproni che non hanno nessun spirito compassionevole verso chi soffre o chi aiuta chi soffre. Noi, che a differenza di chi riceve uno stipendio, rischiamo molto di più, togliamo tempo ai nostri interessi, alle nostre famiglie, ai nostri amici dobbiamo sentirci offendere e trattare male da poveri presuntuosi vestiti di bianco. Gli animi si sono scaldati, i ragazzi sono stati trattati da rotture di scatole (le parole sono da censurare) ammoniti di andare a lavorare e di non disturbare chi lavora. Te piccola creatura insulsa e senza cuore ma non ti vergogni? Ma stanotte dormirai serenamente?? Vergognati parecchio! La storia è finita con il medico di turno, che ben conosciamo sulle nostre ambulanze, che ha fatto una ricetta ai ragazzi e con 5 euro si sono dovuti andare a comprare le pasticche in farmacia a spese proprie. Ma tutti voi che avete gestito questa storia non vi vergognate. Abbiate magari il pudore di abbassare lo sguardo la prossima volta che incontrate un volontario, uno qualsiasi, di qualsiasi colore si vesta perché non siete degni di guardare negli occhi nessuno di noi soccorritori volontari. Questa indignata critica riguarda solo chi si comporta così, ringraziamo al contrario tutti quegli operatori del pronto soccorso che ben capendo il nostro ruolo ci accolgono ogni volta con un sorriso“.

 

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