Mamma al sindaco: “Perché la mensa apre 2 settimane dopo la scuola. Per noi un salto mortale”
Gentili Signor Sindaco e Vice Sindaco,
come ogni anno si avvicina la data di inizio della scuola e, come ogni anno, veniamo a sapere che le mense scolastiche prenderanno il via ben 2 settimane dopo tale inizio. Dopo tanti anni davvero non riesco a capire i motivi di questo slittamento. I calendari scolastici sono stabiliti con netto anticipo dal Ministero e dalle Regioni, quindi mi chiedo perché il Comune non sia in grado di attivare contestualmente anche i servizi di ristorazione? Come non si fa a non rendersi conto dei disagi e delle enormi spese che che le famiglie devono affrontare per fronteggiare i tre mesi di vacanze estive? I genitori che non hanno la fortuna di poter contare sull’aiuto dei nonni o di una rete familiare di supporto sono costretti a chiedere permessi e a fare i salti mortali per conciliare il lavoro con gli orari di scuola. Come si fa ad andare a prendere un figlio alle 12,30? Chi è che, al giorno d’oggi, ha un lavoro che inizia alle 9 (visto che le scuole aprono alle 8,30) e finisce alle 12? Di certo un esiguo numero di fortunati! La situazione è chiaramente anacronistica e male organizzata. Sono certa, con questa mia, di dare voce al malcontento di molte persone, che si ritrovano a dover combattere ogni giorno con i problemi dovuti ad una scarsa attenzione degli amministratori e ad una completa assenza di quella volontà e di quell’impegno concreto che potrebbero migliorare la qualità di vita delle persone. Capisco che i problemi di un’Amministrazione siano molti, ma iniziamo dalle piccole cose, da piccoli servizi concreti che supportino i cittadini e che semplifichino loro la vita di tutti i giorni. Da questo parte il tanto sbandierato welfare! Dal riuscire cioè a costruire una società in cui le persone riescano a vivere i loro giorni senza doversi avvilire dietro a una miriade di piccoli disagi e disservizi che ne minano la serenità e ne prosciugano le energie vitali, rendendoli individui logorati, pieni di amarezza, livore, disillusione e rassegnazione.
Petula Giusti
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