Livorno potrebbe essere la città più ricca d’Italia ma…

Pioggia di milioni per il porto” “finalmente Livorno può ripartire” “oggi è stato scritto il futuro della città”… A parte le perplessità di chi  si preoccupa per colate di cemento, inquinamento del litorale, aumento  delle emissioni portuali e possibilità  di infiltrazioni tangentizie o malavitose, l’ottimismo seguito alle notizie relative agli investimenti per quello descritto come il volano di sviluppo della portualità, può apparire  giustificato. Questa potrebbe essere la città più ricca e benestante d’Italia, col futuro più roseo e che incoraggia gli appetiti imprenditoriali più lungimiranti. Ma non si avverte il benchè minimo segnale di cambiamento della qualità della vita urbana. Anzi è facile supporre che  tutto continuerà sulla stessa falsariga, perchè.. siamo a Livorno.Una cosa è certa, i quattrini non migliorano la qualità della vita se non vengono usati a beneficio di tutta la collettività. Lo stesso si può affermare se questa non genera un riflesso di autocoscienza. Perchè la città oltre a “loro”, siamo noi. Rispondiamoci se riteniamo di vivere in una città civile, anche senza spaccare il capello in quattro su questa definizione. Una città che eroga in maniera dignitosa i  servizi proporzionati agli oneri richiesti e se opera con un sistema di rottura dal degrado che l’ha contraddistinta.  Se viviamo in una città igienica, salubre, longeva, impegnata nella   prevenzione  delle  sue criticità ambientali. Che si preoccupa di sottrarre all’invasività del traffico gli spazi destinati alla socialità,con cittadini consapevoli del livello di civismo necessario e amministrata seguendo criteri urbanistici  d’avanguardia. Se esiste un piano della mobilità sostenibile, un centro cittadino rispettoso degli utenti non motorizzati e delle fasce deboli della popolazione. Liberato dalle auto, dai suv, dagli scooter, dai furgoni,  con un trasporto pubblico ecocompatibile ed efficiente. Se vengono adottate le misure necessarie per impedire il dilagare dei  comportamenti scorretti, il livello di rumorosità, la concentrazione delle polveri, le soste e gli ingressi abusivi, i falsi permessi,  l’inosservanza degli orari di circolazione. O se invece il protrarsi sine-die di queste incongruenze non costituisce un problema aggiuntivo a quelli contingenti che affrontiamo tutti i giorni. Se il futuro si delinea come la riedizione del  pessimo film che ci viene riproposto da decenni, per favore risparmiateci di spacciarlo per  una prima visione.

Paolo Cascinelli  per Vivere il Centro  

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