Livorno Democratica: Una ‘rivolta moderata’ per demarcare le distanze politiche

Livorno è una città pericolosamente sospesa tra le stelle e le stalle. Da un lato abbiamo una Amministrazione comunale, una giunta, assolutamente incapace d’affrontare i problemi della città; dall’altro assistiamo al rilassamento di un’opposizione confortevole. Un disastro tira l’altro, potrebbe essere questo il concetto che riassume tutta l’attività amministrativa: dalla vicenda del contratto di Cooplat, ai tagli selvaggi al bilancio sociale del Comune mentre si autorizzavano i rimborsi spesa agli assessori e una dilatazione della spesa corrente con nuovi dirigenti e il direttore generale, alla crisi di Aamps attraverso la quale l’amministrazione comunale sta distruggendo anche un tessutoproduttivo fatto di piccole e medie aziende artigiane fornitrici di servizi. Ciò che si è letto sulla stampa in questi giorni ha del clamoroso: un amministratore unico (su cui Nogarin ha investito e fallito personalmente, sia chiaro) completamente esautorato; assunzioni di personale dirigenziale fatte senza valutazioni nel merito dei costi e – almeno in un caso – con forti criticità in merito alla legittimità del contratto di reclutamento in relazione con l’oggetto dell’incarico assegnato. Fino a scoprire che detti contratti di assunzione non sono stati autorizzati né firmati dal Di Gennaro medesimo. Ed allora da chi? Ci chiediamo, da semplici cittadini, si configura un danno erariale? Chi ne risponderà? La città è priva, appare chiaramente adesso, di indirizzo politico. Una minoranza del 19% la governa senza sapere dove sbattere la testa e con continui capovolgimenti di fronte: dalla privatizzazione della Porto di Livorno 2000; alla opportunità della Darsena Europa; all’acquisto della ex Caserma del Fante. Un caos continuo. Temiamo che continuerà su altri delicati temi come il Trasporto pubblico locale, altro servizio fortemente a rischio. Di fronte a questo scenario abbiamo delle opposizioni talvolta disorientate (il PD), delle opposizioni da ‘pesce nel barile’ come quella di Cannito che ha sponsorizzato in campagna elettorale Nogarin salvo ravvedersi sulla via di Damasco, e delle opposizioni ‘confortevoli’ che condividono invece la piena responsabilità del disastro verso cui la città è instradata. Che dire di Buongiorno Livorno che condivide con la maggioranza la gestione del Consiglio comunale ed ha accettato da essa posti nel consiglio di amministrazione di Casalp? E’ quello livornese il modello che si propone per la Toscana? Questa amministrazione non ha più la maggioranza nella città. Una maggioranza che ottenne o per convinto sostegno a un cambiamento che non si è assolutamente tradotto in fatti; oppure per semplice contrarietà al PD. Ma Livorno ha le energie per reagire a questo disastro amministrativo. Spetta quindi alle forze sociali, al mondo dell’associazionismo, alle categorie produttive di reagire perché nessuno può accettare che l’improvvisazione amministrativa e politica provochi una crisi sociale talmente forte da corrodere i fondamenti stessi della società. Una rivolta moderata che, passando per le forze responsabili e produttive, renda ancora più evidente la separazione del Sindaco e della sua Giunta dalla città e dai suoi bisogni.

Il direttivo di Livorno Democratica

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