Livorno Democratica: no tasse, sì privatizzazioni

L’avevamo denunciata per primi l’enorme dilatazione dei costi della politica deliberata dalla giunta grillina. Ma questo è niente di fronte al programma che si sta profilando: incrementi di tasse e applicazione di tagli selvaggi ai servizi. Ma ciò che ancor più preoccupa è la totale assenza di una visione per la città che pare completamente abbandonata a se stessa. In meno di 15 giorni il gruppo consiliare del M5S ha messo in imbarazzo la giunta per due volte: 1) parlando della Darsena Europa come “appetibile per le organizzazioni mafiose” e costringendo l’assessore Aurigi a prendere le distanze su una infrastruttura da fare, riteniamo, per il futuro del porto e per la sua collocazione nel Mediterraneo; 2) parlando di “200 milioni di debiti” delle partecipate che graverebbero sul bilancio consolidato del Comune. Questo quando l’assessore al bilancio Lemmetti aveva appena finito di dire che il bilancio comunale era in ordine. Può essersi, il dott. Lemmetti, sbagliato di 200 milioni di euro? Non crediamo, perchè se fosse così dovrebbe dimettersi immediatamente. Ma la domanda, tutt’altro che retorica, è: chi sta governando la città con i suoi numerosi problemi? Non si comprende in che mani sia il timone del comando. Le decisioni e i contrordini si susseguono incessanti: dalla Cooplat (qui è stata smentita l’assessore al personale Martini), all’albero di Natale. Le categorie produttive dovrebbero porsi questo quesito a fronte della durezza della tassazione che si abbatterà su fondi, terreni, strutture commerciali e industriali e senza una prospettiva di rilancio economico e con l’idea di bloccare il PRG del porto. Non può essere questa l’impostazione politica del bilancio di previsione 2015, proprio mentre Livorno affronta una dura crisi economica con un processo di deindustrilizzazione sempre più acuto. Noi facciamo tre proposte per rivedere in prospettiva l’impostazione del bilancio di previsione: 1) avviare rapidamente un processo di privatizzazione delle aziende comunali e di cessione di quote delle aziende partecipate dal Comune. Utilizzare queste risorse per abbassare la tassazione a tutta la collettività (imprese e famiglie); mentre l’industrializzazione dei servizi porterà a un efficientamento con riduzione del corrispettivo pagato dal Comune; 2) eliminare il surplus di spesa per assessori, dirigenti e direttore generale che ammonta a circa 300 mila euro/anno; 3) rivedere il ruolo pubblico nella gestione della cultura attraverso una maggiore partnership con i privati. L’iniziativa privata non è da demonizzare, non è l’ultima spiaggia ma è da curare e incentivare. Con essa arriveranno pure gli investimenti sul territorio. Livorno Democratica ritiene che questi siano i primi elementi per una radicale inversione di rotta sia in tema di spesa pubblica, sia in tema di nuovo ruolo pubblico/privato senza il quale Livorno – che non vive più di aziende di Stato – difficilmente potrà sperare di riprendersi.
Il Direttivo di Livorno Democratica

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