L’integrazione al PIT avrà un impatto sciagurato sul’edilizia livornese

“Esprimiamo forte preoccupazione per la  cosiddetta “Integrazione del PIT con valenza di Piano Paesaggistico” predisposta dalla Regione Toscana, perché i vincoli previsti avranno un impatto sciagurato sul comparto delle Costruzioni (Edilizia e Impiantistica) livornese già profondamente colpito dalla crisi”: così il presidente provinciale Diego Nocenti commenta il documento redatto dalla Regione, aggiungendo che “CNA predisporrà specifiche e formali “osservazioni” alla variante di Piano adottata, perchè presenta ben pochi spunti che potranno favorire lo sviluppo e la crescita delle imprese, rischiando invece di cerare nuovi e antistorici vincoli che porteranno altra burocrazia, blocco dei lavori, oltre a problemi per cittadini e imprese”.

“Di fatto – aggiunge il direttore Marco Valtriani – si produce una riscrittura pressochè totale del PIT ma con un coinvolgimento molto relativo delle Istituzioni e comunità locali. Ne sono la prova le tante e quasi totali richieste di modifica da parte delle Istituzioni anche del nostro territorio. La più evidente criticità del contenuto della variante sta nelle norme di salvaguardia contenute all’art. 38 della Disciplina del Piano; la previsione di adeguamento degli Strumenti urbanistici approvati se in contrasto con la variante, pone un evidente elemento di conflittualità giuridica e soprattutto rischia di creare un vero e proprio immobilismo degli Enti Locali, anche per interventi che non hanno impatto sul paesaggio, con ovvie ripercussioni per il sistema imprenditoriale. Preoccupante è poi il ruolo individuato per le Soprintendenze, che non brillano né per risorse né per efficienza, e che usualmente mostrano un volto formalistico ed astratto, certamente alieno rispetto al territorio ed alle esigenze delle comunità”.

“La sensazione che abbiamo – conclude Nocenti – se non la certezza, è prima di tutto quella di innescare un meccanismo tortuoso che porterà ad allungare gli iter decisionali; come se oggi non fossero già di per sé snervanti per le attese del mondo imprenditoriale.

La ricerca di tutela di un bene comune che utilizza l’anacronistico strumento dei vincoli e della catena di controlli, va in palese contrasto con una diffusa e manifesta necessità di semplificazione, certezza dei tempi e dei diritti, coi principi di valorizzazione e utilizzo del territorio, in una parola con la necessità di modernizzazione del Paese”.

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