Libri. “Anima Scalza”, un mondo di scoperta

di Stefania D’Echabur

Vorrei parlarvi di uno scrittore che sabato 23 aprile scorso è passato da Livorno. Precisamente, alla libreria Feltrinelli, presentato da Maria Antonietta Schiavina e accompagnato dalle note di Marco Baracchino e dalla voce di Luchi (Premio Ciampi di quest’anno).
Giovanni Nuti, nasce come artista: pittore, poeta e musicista. In gioventù lavora in collaborazione con il fratello Francesco Nuti per alcune colonne sonore dei suoi film e per De Laurentis, ma quando si accorge che viene limitata la sua vena artistica e deve rinunciare alla libertà creativa, molla tutto.
A questo punto farà il medico.

Il suo “Anima Scalza” è il suo primo libro da romanziere. Oggi per volere delle case editrici, è facile imbattersi in romanzi brevi o racconti lunghi,  quando mi sono ritrovata tra le mani il suo libro, ho pensato che fosse l’ennesimo romanzo “mordi e fuggi”. Mi sono sbagliata: il libro di Giovanni Nuti seppur di novanta pagine, racchiude un mondo di scoperta, dove ogni lettore deve sviluppare una propria chiave per entrarvi dentro.
Parte da un sogno, da un progetto di scrittura, ci imbattiamo in più di un’ anima scalza, decifriamo insieme a lui sonetti e numeri, in un grande abbraccio il mondo visivo dell’arte ci avvolge come una grande sciarpa di lana.
Una scoperta di lettura non convenzionale, dove io per prima, ad un primo approccio avevo trovato il libro ostico, per poi ricredermi una volta abbattute le barriere personali.
Il primo a leggerlo e a dargli un giudizio ci dice Nuti, dell’amico scrittore Veronesi è stato: è un libro che non vincerà il Premio Strega. Per farci intendere che ha scritto Anima Scalza  guidato da onestà intellettuale e non da quello che chiede il mercato.

Prima di conoscere l’uomo, ho letto la sua opera per una recensione, definendo il suo lavoro “Dadaista”, un aggettivo che lo ha colpito piacevolmente: uno stimolo per proseguire, confessa. Giovanni Nuti con la sua penna lascia un segno di conoscenza importante. Per questo spero che chi leggerà le mie poche righe, possa farne parte.

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