L’attualità e la necessità del comunismo

In risposta al signor Patrizio Benvenuto, riporto di seguito un capoverso tratto dagli studi effettuati da Treccani sul marxismo, chiedendo al signore sopracitato e a tutti i lettori se la situazione narrata di seguito non rispecchi l’attuale stato di cose: “Capitale e lavoro, profitto e salario non sono infatti componenti che cooperano al processo produttivo integrandosi a vicenda; sono invece elementi contrapposti, in quanto la classe capitalistica tende ad accrescere il proprio profitto riducendo la quota di ricavo destinato ai salari al minimo possibile, a un livello di pura e semplice sussistenza, mentre la classe operaia è in balia delle crisi ricorrenti che producono disoccupazione.”
…quindi proseguo ponendo delle domande: dove sta la non attualità del comunismo, quando lo si intende come forza politica rappresentante di quel ceto sociale, che è certamente il più numeroso, composto dai lavoratori e da tutti coloro che concorrono al sostentamento del nostro Stato? Inoltre….non è forse vero che in tutto il mondo, oggi, i vari governi lavorano per arginare quel grande divario sociale creatosi per la crisi del capitalismo, che vede pochi abbienti (in Italia il 10% che detiene circa il 50% della ricchezza complessiva) ed un numero sempre più crescente, di bisognosi??? Inoltre nella lettera di ieri viene citata la Germania, come modello economico da seguire, basato sulla flessibilità, tecnologia, meritocrazia….facile da poter fare riguardo investimenti sulla tecnologia, quando la differenza tra la percentuale di debito pubblico dell’Italia è circa il doppio rispetto a quella tedesca…inoltre attualmente l’introduzione sul mercato del lavoro da parte del governo Renzi, di coordinate quali flessibilità e meritocrazia ha creato al momento, solo disoccupazione e disperazione..Per questo ed altri evidenti motivi, caro signor Patrizio Benvenuto, la sua lettera è totalmente errata e fuori luogo.
Distinti saluti
Laura Banchetti

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