L’appello del musicista: rivoglio la mia fisarmonica
Dopo quasi tre anni Massimo Signorini, fisarmonicista livornese, concertista e presidente dell’Associazione Accademia degli Avvalorati, non si rassegna all’idea di non poter più abbracciare nei suoi concerti l’unica fisarmonica che acquistò a Castelfidardo nel 2002. Gli fu rubata spaccandogli la macchina parcheggiata frontalmente a degli uffici comunali in via dell’Arcivescovado il 13 novembre 2011. Lo strumento – con una struttura tecnica che può sfruttare soltanto un concertista con una preparazione classica di conservatorio in quanto “Fisarmonica a Bassi Sciolti per quinte” – era tra l’altro “mimitizzato” e fu lasciato al suo interno per poche ore.
Signorini vuol fare capire che non gli è stato rubato un bene di lusso come un Rolex, bensì lo strumento principale per esercitare la sua professione da musicista. “Per chi svolge la professione di musicista può ben capire cosa voglia rappresentare il furto del proprio strumento, un danno non soltanto economico, bensì affettivo e di rapporto strettamente tecnico-interpretativo.
L’appello che rivolgo sia alle forze dell’ordine (Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza) che a tutta la cittadinanza, ai conservatori di musica, ai professori di fisarmonica, agli studenti di fisarmonica, ai negozianti di strumenti musicali, ai concertisti di questo strumento, ai collezionisti, e a tutti coloro che possono fornire informazioni utili per la ricerca di questo strumento è di contattare il 339 – 11.14.737 oppure scrivere a: [email protected]. Vorrei inoltre ricordare a coloro che potrebbe acquistare o rivendere tale bene rubato che il reato è quello di ricettazione o di incauto acquisto. Lotterò con tutte le mie forze per ritrovarlo, non lesinerò di perseguire tutte le strade di ricerca consentiti dalla legge per arrivare al ritrovamento dello strumento. Il riconoscimento dello strumento oltre che dal sottoscritto sarà ulteriormente affermato dai tecnici della Azienda Zero Sette di Castelfidardo che lo hanno costruito”.
Riproduzione riservata ©