L’Anpi ricorda Mario Canessa

Il 7 Luglio del 2014 ci lasciava Mario Canessa.

Un polizziotto, un Partigiano, un Giusto fra le Nazioni, un servitore dello Stato che ha disubbidito agli ordini del regime fascista della repubblica di Salò e dell’occupante nazista per dare aiuto agli ebrei in fuga, ai rifugiati politici e sostegno logistico ai partigiani della Valtellina scegliendo di essere contro la barbarie per mettere la persona e l’essere umano al centro delle proprie scelte etiche e morali.

Noi lo vogliamo ricordare riproducendo il testo che, nel 2010 l’allora Sindaco Alessandro Cosimi, fece in occasione della presentazione del numero speciale sulla giornata della Memoria edita dal Comune di Livorno e dedicata alla figura del Dottor Mario Canessa.

 

“Appena finito di leggere questo “Speciale”, lo chiudi e pensi “è proprio bello”, perché ti prende e ti mette anche un po’ a disagio. Forse perché ti racconta di un uomo che, non sentendosi certo un eroe, ha rischiato  per anni, tutti i giorni, la sua vita per salvare quella di altre centinaia di persone destinate altrimenti a morire sotto il piombo nazi-fascista o nei campi di sterminio. L’ha fatto senza chiedere a quale nazione, credo religioso o politico, queste persone  appartenessero.

Con passione e rigore Mauro Zucchelli è riuscito a fare breccia nella “normalità” e nella riservatezza di Mario Canessa, volterrano di nascita ma livornese per scelta, raccontando come, negli anni drammatici dell’occupazione nazista in Italia, della spietata e attiva collaborazione del regime fascista italiano, era possibile scegliere di essere “contro”, di mettere l’essere umano al centro delle scelte.

Canessa è un uomo giusto, che ha servito lo Stato obbedendo soprattutto all’idea di giustizia e dignità disubbidendo così a tutto ciò che la Repubblica di Salò imponeva, in un rischiosissimo doppiogioco in contatto con il Cnl e con le formazioni partigiane della Valtellina. Canessa nel dopoguerra ha salito tutti i gradi della Forze di Polizia ed è diventato infine un alto dirigente del Ministero dell’Interno.

E lo Stato italiano, per volontà del Presidente Napolitano, gli ha infine conferito la Medaglia d’Oro al Valor Civile e lo Stato d’Israele l’ha onorato come Uomo Giusto.

Io, che sono convinto dell’importanza della politica, credo che Canessa abbia fatto quanto di più politico esista: ha dato l’esempio.

Un esempio, certo, di un tempo lontano ma che ancora oggi mantiene tutta la sua attualità: il senso del valore della democrazia, per cui ci si mette totalmente in gioco, della solidarietà e dell’agire insieme per il bene comune, del capire che davanti alla barbarie “non fare” significa schierarsi con chi la compie e che è possibile essere e agire in modo opposto.

Non c’è forse bisogno, ancora, di tutto ciò? E poi l’umiltà, la riservatezza di Canessa e la scelta di vivere senza il bisogno di sbandierare le proprie gesta per trarne fama e successo.

Ma Canessa ci dice anche della frustrazione di ritrovarsi in un mondo che voleva, forse, dimenticare l’orrore troppo in fretta.

Mauro Zucchelli racconta non solo e non tanto le gesta eroiche, ma le paure e l’agire quotidiano del giovane poliziotto Canessa, uno dei “nodi” della rete clandestina della Resistenza.

E ci ricorda che anche oggi la scelta di essere a fianco dei perseguitati, contro i rigurgiti di razzismo, contro ogni discriminazione, contro la violenza impegna tutti perché la barbarie non è sconfitta per sempre, impegna tutti a decidere da che parte stare.

La biografia di Canessa è anche l’occasione per ricostruire efficacemente i drammi e le sofferenze patite da Livorno e dai livornesi nella guerra e il contributo offerto alla liberazione del nostro paese dalla nostra città. Un affresco dal quale emergono i tanti e diversi “Canessa” di Livorno e dei paesi toscani, il cui esempio deve restare vivo.

A Mario Canessa va il riconoscimento di Livorno e della sua Amministrazione

comunale, con l’impegno – anche con questa pubblicazione – di non dimenticare e di

far conoscere ciò che un “uomo normale” ha saputo fare per gli altri, per noi, contro

la “banalità del male” semplicemente con la “banalità del bene”. Grazie, ancora e di cuore.”

Alessandro Cosimi

Grazie Partigiano Mario, Giusto fra le Nazioni.

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