La questione dei Bacini di Carenaggio esce dal dimenticatoio
Con la Mozione votata in Consiglio Regionale il 2 marzo (proposta da Lega Nord,Sinistra Italiana ed altri) la vicenda della gestione dei Bacini di Carenaggio esce dal dimenticatoio.
I lavoratori disoccupati ed in mobilità la riprendono come opportunità di lavoro concreta perché il lungo stop del sequestro dopo il tragico incidente del estate 2015 possa giungere al termine ed il bando per l’affidamento riprendere il suo cammino.
Fin dal famoso accordo in Tribunale che affidava ad Azimut-Benetti il Cantiere a prezzo di sconto era chiaro e scritto che le Riparazioni Navali avrebbero potuto/dovuto essere uno dei cardini su cui ricostituire il valore produttivo della porta a mare nel solco di una tradizione di sviluppo industriale e di servizi per la navalmeccanica e la nautica nella città.
Così non è stato a lungo. Inerzie ed ostacoli, burocrazie ed indifferenza hanno lasciato le cose al caso ed il Grande Bacino in Muratura (opera pubblica) al totale deperimento perché fuori dagli interesso industriali immediati del nuovo padrone del Cantiere.
Così mentre ha prevalso l’interesse fondiario delle abitazioni di lusso le porte del lavoro si sono chiuse. Il Nuovo Piano Regolatore del Porto ha rimesso un po’ di ordine nell’area e il bando per mettere a gara la gestione del sistema Bacini non poteva essere rinviato .
Il sequestro del Bacino Galleggiante dopo l’incidente mortale ha rimesso tutto in stand by; eppure non dovrebbe essere complicato accertare la titolarità della gestione del bacino in affidamento temporaneo dalla Autorità Portuale e dunque a chi spettino gli oneri per rimetterlo nelle condizioni nelle quali fu affidato superando lo stallo della gara e senza scomodare di nuovo Corte dei Conti e ANAC di Cantone.
In tutto questo la politica livornese ha balbettato a lungo ( tra astensioni e silenzi ). Sul versante sindacale manca ancora una iniziativa chiara,efficace,univoca. Si finisce per pensare che dietro agli accordi su Porta a Terra e Cantiere vi sia una versione ufficiale ed una ufficiosa,sussurrata e non detta.
A pensare male si fa peccato, ma per pensare bene ci vorrebbe quella determinazione che non c’è.
C’è una pressione di Azimut –Benetti perché non si realizzi un polo industriale di riparazioni navali? Non vogliono gli immobiliaristi ? Davvero non esistono margini per trovare compatibilità “compatibili” ? Quale è l’interesse della città ?
Non sembra difficile capirlo: il settore delle riparazioni navalmeccaniche può diventare una fonte di lavoro importante non in contrasto con l’intero assetto dell’area e con distinte specializzazioni. Al tempo stesso l’avvio da parte della Regione di un asse formativo nella navalmeccanica può aiutare un processo di riqualificazione delle forze lavoro livornesi oggi supportate solo da ammortizzatori col rischio che finiscano senza alcuna altra prospettiva.
Sergio Landi (Resp. Lavoro Lega Nord – Livorno) Livorno 11 Marzo
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