Il “modello” via Marradi (film già visto)

Finalmente in via Marradi giustizia sarà fatta. Nessuno dubitava che le auto in divieto di sosta  continuassero a parcheggiare sul marciapiede e lungo la strada. Non dovrebbero rallentare gli autobus,  intralciare gli altri veicoli, rischiare una sportellata ai ciclisti, né sottrarre spazio a pedoni o disabili. A distanza di trent’anni non dovrebbero nemmeno rappresentare un raro esempio di car-shopping difeso alla stregua dell’ultimo giapponese, in quella che è rimasta l’ultima città italiana dove un piano della mobilità non s’ha da fare. Ma qui il condizionale più che d’obbligo è la regola e gli amministratori di turno si adeguano. Al ribasso naturalmente. Occorrerebbe anche un’informazione più corretta  quando si dice che la  telecamera di c.so Mazzini non serve a niente. E’ vero, ma per il motivo opposto a quello dichiarato. Non serve da quando è stato invertito il senso di marcia  in via Roma, ottenuto senza bisogno di commissioni altrimenti sudate per i comuni cittadini. Basta aggirarla da via Cecconi e una volta arrivati all’Attias c’è l’imbarazzo della scelta: nonostante il divieto si può svoltare a sinistra in c.so Amedeo, verso i lidi Magenta o Cavour e ritorno, senza disdegnare via Ricasoli. O a destra nella collaudata ZPG (Zona Parcheggio Gratuito) sul marciapiede. Insomma ci si lamenta che a qualcuno ogni tanto gli viene in mente di far rispettare il codice della strada? Siamo seri, come si fa a dire che l’Attias non è il crocevia per Tutte le Direzioni. Parcheggi ? Sui tetti degli stabili o dentro gli ingressi, alle brutte. Usare un carrellino  per fare un po’ di spesa in un minimarket o gli arti inferiori per prendere un aperitivo fa male alla salute? A Livorno, città dove si diparte più che nelle altre per tumore, senz’altro. A Livorno dove non esiste un’isola pedonale vera, dove c’è il primato degli incidenti stradali e l’unico divieto rispettato è quello di voltare pagina. Una domanda si aggira a mezz’aria (inquinata) in via Marradi come in via Grande e in altre strade da modello unico di esportazione. Come faranno quei disgraziati che a Firenze, Collesalvetti, Pisa, Lucca, Venturina, Torino, Cecina, Verona, Lamporecchio, Venezia..si  ritrovano un negozio in zona pedonale e magari devono pagare anche la Tia.

Cordiali saluti

Paolo Cascinelli  x vivere il centro
Maria Sinatti
Anna Vivarelli
Ilva Cassola
Ivo Lenzi

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