Il futuro ruolo della Regione nella scuola, il caso Livorno

Oggi viviamo in un contesto nazionale che non sostiene la scuola, ma la rende più povera e diseguale. Un contesto nel quale un disegno di legge invece di creare una “Buona Scuola”, va verso una scuola pervasa dallo scontento e dallo sconforto. Siamo vittime di una riforma improvvisata e fatta senza avere alcuna conoscenza approfondita della materia. Questa ennesima riforma stravolgerà tutto l’assetto democratico esistente e perciò spetterà al Governo Regionale restituire dignità al settore scolastico. La scuola ha un ruolo fondamentale nella formazione della persona. I bambini di oggi saranno gli uomini e le donne del domani, quelle persone che andranno a ricoprire ruoli decisionali a vario livello. Pertanto è una precisa responsabilità di noi adulti adoperarci per rivendicare la centralità della scuola e impegnarci a portare avanti la collaborazione con gli enti locali.

La Regione Toscana non dovrà più delegare tutto alle Province ma dovrà avere un ruolo preponderante realizzando un collegamento tra l’offerta scolastica territoriale e la domanda che dai territori stessi viene, con l’obiettivo di creare un vero raccordo tra il mondo della scuola e quello del lavoro. La Regione non ha massimizzato in positivo la propria funzione di collaborare alle scelte di merito nella configurazione dell’offerta educativa e formativa territoriale. La Toscana, in questi anni, ha assunto solamente il ruolo di “ente di ratifica” senza avere, colpevolmente, un’idea forte di collegamento con enti, istituzioni e mondo del lavoro. E questa scelta è stata la causa delle tante difficoltà che, tutt’oggi, rendono scuola e lavoro due mondi inconciliabili.

Non può mancare, inoltre, una riflessione sul tema dell’edilizia scolastica, pur non essendo più una questione di competenza regionale, ma certamente connessa,anche se indirettamente, a molte prerogative della Regione. Sarà importante sollecitare un piano straordinario per l’edilizia scolastica, che riguardi la messa in sicurezza degli edifici e la messa a norma, anche antisismica, delle strutture. Nella sola provincia di Livorno, per esempio, oltre alla necessità di manutenzione ordinaria e straordinaria di tutti gli edifici scolastici, occorre intervenire in diverse situazioni che hanno una priorità assoluta. L’Istituto Brignetti di Portoferraio ha bisogno di una nuova sede o di un consistente intervento di ristrutturazione perché al momento studenti, professori e personale stanno subendo dei grossi disagi. Stesso discorso per l’Iti di Rosignano che necessita di un ampliamento strutturale.Inoltre, molti Istituti sono sprovvisti di palestre o di spazi da destinare all’attività motoria e sportiva; quasi tutti presentano molte barriere architettoniche che sono un grosso intralcio per gli studenti con disabilità e che devono essere rimosse immediatamente.

Occorre ripensare,anche, il settore del diritto allo studio e della residenzialità dei docenti e degli studenti fuori sede. In particolare, dovranno essere stanziati dei fondi per i ragazzi che studiano lontano da casa. Bisogna ripristinare il Convitto necessario per l’Istituto Nautico di Livorno per ospitare i ragazzi provenienti non solo dalle isole ma anche da altre regioni. Il Nautico rappresenta uno sbocco lavorativo importante, anche grazie ai corsi post-qualifica per il conseguimento dell’abilitazione alla navigazione, e la mancanza di una struttura di accoglienza impedisce l’iscrizione di chi abita fuori città. Un’alternativa, potrebbe essere la previsione di un bonus alle famiglie in modo da contribuire alle spese necessarie per la loro residenzialità. Bisogna garantire le risorse per il mantenimento del tempo pieno nella scuola d’infanzia e primaria. È necessario mantenere o creare sinergie con il settore produttivo, investendo su percorsi di alternanza scuola-lavoro. Serve una formazione professionale continua per potenziare le competenze, anche per chi si trova improvvisamente disoccupato a cinquant’anni,colmando così il gap tra domanda e offerta di lavoro.

E’ importante che la Regione collabori in maniera sinergica con il Governo Centrale al fine di realizzare percorsi di orientamento e una filiera educativa e formativa partendo dai livelli più bassi di istruzione e cambiando la metodologia messa in atto fino ad ora.

In Toscana sono sempre più i Neet, quei ragazzi che non studiano più e che non hanno un lavoro. Per evitare la crescita di questo fenomeno, servono interventi mirati contro la dispersione scolastica.

Elisa Amato

Riproduzione riservata ©