Il carro attrezzi a seguito della Municipale? Esperimento tardivo e limitato

Nessuno ci fraintenda: secondo l’Automobile Club Livorno reprimere l’infausta usanza del parcheggio selvaggio è un obiettivo doveroso e giusto. All’ufficializzazione dell’iniziativa che vuole già operativo un carro attrezzi addetto specificatamente alla rimozione messo al seguito e a servizio di una pattuglia della Polizia Municipale, non possiamo che formulare un lodevole plauso.

A fronte di tale operazione, la quale ha goduto inevitabilmente di una notevole cassa di risonanza a livello mediatico, in città si è però pagato lo scotto provocato da un permessivismo decennale. Per questo motivo, non crediamo si rivelerà un compito agevole quello di tentare di eradicare determinati vizi e costumi negativi coltivati al volante da alcuni livornesi. Soprattutto in materia di parcheggi a dir poco ‘fantasiosi’. Peggio ancora, effettuati in corrispondenza di punti azzardati, disagevoli o addirittura pericolosi per l’incolumità di altri utenti della strada.

In un passato recente, il nostro Ente ha segnalato più volte l’insorgere di cattive abitudini, non limitandosi peraltro al mero ambito del mancato rispetto dei divieti di sosta. L’attraversamento delle auto agli incroci anche in caso di semaforo rosso, l’attraversamento delle bici con il ciclista in sella sulle strisce che sono in realtà riservate a chi transita a piedi, il passaggio assolutamente casuale dei pedoni da un marciapiede all’altro, anche in assenza delle apposite strisce. Una lunga lista di abitudini tanto esecrabili quanto in realtà raramente sanzionate.

Sovente, dalle stesse Autorità ed Istituzioni ai cittadini viene ormai richiesto di trasformarsi in veri e propri delatori, funzionali alla denuncia  delle eventuali trasgressioni. Poi però, come nel recente episodio che ha visto colte in fallo a mezzo stampa alcune auto della Polizia Municipale parcheggiate sopra il marciapiede all’altezza della Rotonda di Ardenza, il Comando dei Vigili Urbani si è affrettato a giustificare il cattivo esempio con scuse poco plausibili e giustificabili.

In aggiunta, ci chiediamo il motivo per il quale soltanto alcune zone della città dovrebbero fare da capofila all’esperimento citato sopra, facendo da ‘cavie’ mentre contemporaneamente altri quartieri potrebbero risultare degni di minori attenzioni solo in quanto magari meno ‘remunerative’ sotto il profilo del minor numero di possibili contravvenzioni da elevare.

Riccardo Heusch

Presidente Commissione Traffico e Mobilità, AC Livorno

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