Grieco e Lenzi: ci impegneremo per realizzare molti luoghi di cultura partendo dai giovani

A spiegare il motivo per cui i nostri nomi sono stati presentati insieme, fra le candidature per la Giunta Ruggeri, è bene dire che, nei nostri progetti, l’Assessorato alla Cultura e quello all’Istruzione, dovranno, su molti temi, lavorare fianco a fianco e su progetti condivisi.
Partendo dalla considerazione apparentemente ovvia, eppure tanto disattesa, che, ad esempio è più semplice non sporcare le strade che pulirle, così come, contro le scritte sui muri e sui monumenti, invocare telecamere e polizia serve a poco, ci interessa intanto porre una questione di principio. Se è vero, ed è vero, che si tende a proteggere e amare ciò di cui si conosce il valore, una città può proteggersi e svilupparsi solo con la diffusione quanto più capillare possibile della conoscenza del suo patrimonio storico, artistico e produttivo. Allo stesso modo, perché sentirsi parte di una comunità possa rappresentare sempre più un valore condiviso e positivo, occorre diffondere, come antidoto contro violenza e attitudini distruttive, il valore assoluto della creatività umana e della conoscenza. Bisogna allora farlo subito, e proprio a cominciare dai bambini. Si tratterà intanto di dotare i musei cittadini di sezioni didattiche, facendone dei luoghi non più di semplice conservazione ma di esperienza attiva. Perché nei Musei che abbiamo in mente bambini e ragazzi devono potersi sentire a casa propria, e devono così imparare divertendosi. Da questo punto di vista, il Museo di Storia Naturale è un esempio virtuoso che l’Amministrazione dovrà prendere a modello di ciò che è indispensabile fare se non vogliamo che i luoghi di cultura diventino sepolcri vuoti. La stessa cosa dovrà valere per la musica, intesa anche come veicolo per accedere a saperi diversi. Perché non immaginare, ad esempio, che i bambini possano divertirsi a mettere in scena, insieme a dei professionisti, un’opera lirica, appositamente adattata allo scopo, collaborando alle scenografie, alla fattura dei costumi, partecipando al coro, facendo da figuranti e occupandosi di tutti gli aspetti tecnici e produttivi? Sembra difficile, eppure si tratta di un’esperienza già ben consolidata in diverse grandi città europee. Esperienze analoghe si potrebbero fare con i mezzi audiovisivi, con un occhio di riguardo ai quartieri periferici, visto che il cinema è stato da sempre capace di raccontare anche le periferie urbane, rendendole più significanti e scoprendone spesso la bellezza inattesa (non si deve dimenticare, del resto, che, proprio su questi temi, Livorno fu sede delle esperienze d’avanguardia di Edda Fagni, che andrebbero così valorizzate e sviluppate).
In tutti questi casi, si tratterà allora di adeguare la didattica, mettendo al centro proprio l’ambiente di apprendimento, e imparando così a far scuola anche fuori dalla scuola. L’Amministrazione, valorizzando le esperienze già attive in questo senso, dovrà farsi promotrice di tutte quelle iniziative che si muovano in questa che ci pare la giusta direzione. Infine, sempre a proposito di quello che vorremmo costruire oggi per i cittadini di domani, non si può non ricordare che, per quanti festival letterari siano nati in tutta la penisola, ne manca ancora uno dedicato alla letteratura per l’infanzia, pensato proprio a partire da coloro che ne sono i principali destinatari. Cosa abbastanza curiosa, peraltro, se si pensa che questo comparto editoriale ha risentito meno di altri della crisi e rappresenta una parte assolutamente importante dell’intero fatturato dell’industria editoriale. Partire oggi dai bambini e dai ragazzi livornesi ci pare, prima di ogni altra cosa, l’unico modo di garantire a questa città il futuro che merita.

 

Simone Lenzi Cristina Grieco

 

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