Gestione Bacini: “Ecco chi siamo. Un po’ di chiarezza…”
E’ giunto il momento delle precisazioni. Dopo aver letto sulla stampa locale un ampio ventaglio di dichiarazioni ed interventi provenienti da Enti, aziende e soggetti politici, la Gestione Bacini ritiene opportuno fare chiarezza riguardo alle riparazioni navali.
Chi siamo. La Gestione Bacini rappresenta una società per azioni, nata nell’ottobre 2009 proprio con l’obiettivo primario di giungere alla riapertura dell’ormai abbandonato e malmesso bacino in muratura, oltre che permettere la ristrutturazione dell’altro bacino galleggiante e le afferenti strutture di supporto. Sin dalle sue origini, la nostra società ha quindi come propria missione il ricreare le condizioni ideali per lo sviluppo delle riparazioni navali: uno dei principali settori economico-produttivi che storicamente hanno consentito la crescita di Livorno. A tal proposito, la Gestione Bacini incarna quindi l’unica realtà locale attiva nel settore, impegnata nel fornire occasioni di lavoro in primis ai propri associati e manodopera livornese. Per poter portare avanti la propria attività, la nostra società sino ad oggi ha utilizzato alcune strutture con la formula dell’affido provvisorio, ottenuto da Azimut Benetti. Si è però trattato di una sorta di corsa con più di un ostacolo da superare lungo il percorso. I luoghi e strumenti citati, in gran parte di importanza imprescindibile al fine di condurre ‘in porto’ le commesse ottenute e tenere in vita il comparto, si sono infatti rivelati essere in condizioni fatiscenti. Questo, in primis, a causa della scarsa e rara manutenzione condotta dalla Autorità Portuale. Da tempo, la Gestione Bacini ha perciò stipulato un accordo di collaborazione con la stessa Azimut Benetti: tale documento permette alla nostra società di sfruttare al meglio le strutture del bacino galleggiante, in attesa della tanto attesa quanto più volte invano annunciata gara di affidamento defintivo.
Una crescita progressiva. Nel giro di appena 5 anni, la Gestione Bacini è cresciuta sino a divenire una bella realtà locale composta da 30 aziende che hanno creduto ed investito nella spa. Un percorso lungo ma costruttivo, ben differente da un iter abbreviato, veloce e decisamente più ‘superficiale’ come quello del costituire un ati di scopo. Ai tempi, la presidenza di Roberto Piccini in Autorità Portuale ci aprì uno spiraglio che avrebbe dovuto condurre all’affidamento dell’area di entrambi i bacini. Presentammo già allora allora un piano industriale che prevedeva un investimento di ben 10 milioni di euro, una cifra cospicua ma minimamente necessaria per riaprire la struttura in muratura. Purtroppo, come spesso accade nel nostro Paese, i tempi burocratici si sono poi allungati a dismisura. Appena insediato, l’attuale Presidente Gallanti accolse con estremo favore la nostra iniziativa tanto che l’Authority affidò al Rina di Genova due perizie: la prima riguardante l’impatto economico e la seconda la fattibilità del progetto. Le risposte dell’ente genovese furono chiare: il nostro progetto industriale stava assolutamente in piedi con la sola ma al tempo stesso a dir poco ingombrante pregiudiziale, dell’irrealizzabilità a causa della mancanza di aree di pertinenza.
Senza perdere la fiducia, la ‘battaglia’ proseguì : soltanto grazie alla nostra caparbietà ed alle garanzie fornite dall’inserimento di un nome professionalmente affidabile come quello della Gestione Bacini all’interno del documento programmatico, è alla fine comparso nuovamente il settore delle riparazioni navali nel quadro di definizione del POT. Pur con la non trascurabile limitazione della dimensione medio-piccola. Già allora il Presidente Gallanti fu chiaro, assicurandoci che il comparto bacini andrà in gara con tali imprescindibili ‘paletti’. Seduti ad tavolo di concertazione con naturali interlocutori dal calibro di Azimut, Cna (che ci ha affiancato in questo lungo percorso) e la Confindustria locale, dopo così tanti sforzi diplomatici, abbiamo infine raggiunto un traguardo importante: un accordo per mantenere le riparazioni a Livorno, su navi di media dimensione, in sinergia con la realizzazione del ‘marina’ che impatterà sulla limitrofa banchina 76 e con la nuova realtà incarnata dal reffiting dei grandi yacht che prossimamente dovrebbe stazionare in città, posto che il progetto sulla carta vada a buon fine anche nella realtà. Per supplire poi alla rinuncia del nostro business di un’altrettanto importante ed ampia fetta di mercato relativa alle navi di grandi dimensioni, in conteporanea si è rivelato altrettanto cruciale l’accordo stipulato in accordo con le due Autorità Portuali della provincia livornese, alle quali abbiamo presentato un piano industriale riguardante Piombino e la costituzione in loco di un comparto specializzato.
Realismo, concretezza e velocità. Saremmo stati ben felici di investire ulteriormente per contribuire allo sviluppo industriale ed economico della nostra citta’ ma occorre essere realistici. Restando con i piedi per terra, le carte raccontano che a Livorno non c’è spazio per le riparazioni della grandi navi. Ad oggi, in ballo, sussiste la realizzazione del Marina. Un fatto che comporta il venir meno di quella banchina di appoggio che, al contrario, si renderebbe necessaria nel caso del ritorno di un’attività di riparazione di grandi navi. E’ così necessario che la politica e le istituzioni prendano una decisione definitiva, una volta per tutte. Cosa vuol diventare il Porto di Livorno da grande? Le società interessate dall’infinita ‘diatriba’, Azimut per prima, hanno già compiuto investimenti importanti. Gestione Bacini si sta muovendo di conseguenza ed in sinergia: in 5 anni, abbiamo portato a Livorno 122 navi e dato lavoro a 120-150 persone in media ogni giorno, per un fatturato di 12 milioni di euro che ha portato ossigeno al territorio ed ai nostri soci, aziende del comprensorio provinciale. Questo pur lavorando ad ‘handicap’ (per le motivazioni già citate) e con il freno tirato. Non abbiamo nel dna il ‘fare business fine a se stesso’, bensì l’aspirazione è ‘general contract’: una formula nella quale tutti gli utili sono a riserva per gli investimenti futuri.
Massima collaborazione. Dopo aver sentito della presentazione pubblica di un progetto da parte di un altro soggetto che, in realtà, in faceva parte della nostra società, non intendiamo assolutamente fare polemica sterile. Al contrario, ci dichiariamo disposti a collaborare con chiunque porti in dote competenze e idee serie. I proclami non fanno parte del nostro dna, non ci siamo mai schierati politicamente ed abbiamo sempre pensato al lavoro e a salvare un settore che incarna la storia di Livorno. Non bisogna difatti dimenticare il fattore tempo: non c’è un minuto da perdere in disquisizioni fini a sè stesse, specialmente mentre si attraversa momento di crisi strutturale tanto prolungato quanto delicato.
Gestione Bacini spa
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