“Gatto pazzo”, il Comune risponde: cosa fare con i randagi

In riferimento alla vicenda del gatto investito in via Torino, l’Ufficio Tutela Animali del Comune di Livorno tiene a fare alcune precisazioni, anche per fornire alla cittadinanza corrette informazioni sui comportamenti da adottare in casi del genere:

“La ragazza che ha soccorso il gatto vittima di un incidente stradale notturno, portandolo in un ambulatorio veterinario privato, lamenta di essere rimasta “scioccata soprattutto dal fatto che non esista una sorta di protocollo, un servizio che garantisca la cura di un animale senza padrone ferito o ammalato, trovato per strada”. In realtà questo protocollo esiste: infatti, la L. R. 59 del 2009, che investe i Comuni toscani della responsabilità di impedire il randagismo canino, riconosce anche e tutela il randagismo felino, affidando ai Comuni l’onere degli interventi in caso di animali incidentati.
Grazie ad una convenzione con l’Associazione animalista Onlus Felix di Livorno, addetta alla cura e al soccorso dei felini liberi, in caso di gatto incidentato i cittadini devono chiamare la Centrale Operativa della Polizia Municipale (al numero di telefono 0586 820420 attivo 24 ore su 24) che si metterà immediatamente in contatto con l’Associazione affinché intervenga in soccorso del gatto.
Ogni anno sono decine i gatti feriti e presi in cura dall’Associazione che, dopo un congruo periodo di convalescenza, vengono reinseriti nel territorio d’appartenenza.
All’Ufficio Diritti degli animali è conservata tutta la documentazione attestante l’attività che viene svolta nei confronti degli animali d’affezione”. L’Amministrazione comunale coglie l’occasione per ringraziare il veterinario che ha prestato gratuitamente la propria professionalità e i due giovani che hanno dato dimostrazione della loro sensibilità verso gli animali, sottolineando come in questo settore sia essenziale una forte collaborazione con la città. Riguardo le condizioni del gatto soccorso in via Torino, di cui il Comune si è fatto carico, l’animale adesso sta molto meglio, si sta riprendendo e si prevede un rapido recupero.

La cronaca dell’accaduto e la testimonianza di Giorgia Spera – Soccorrere un gatto in difficoltà e sentirsi chiedere la bellezza di 700 euro per gli interventi chirurgici del caso. E’ questo quanto è capitato ad una nostra lettrice, Giorgia Spera livornese di di 20 anni, che ci ha inviato una lettera per raccontarci quanto le è capitato insieme ad alcuni suoi amici a seguito di un gesto caritatevole nei confronti di un gatto rimasto a terra sull’asfalto dopo uno scontro con un’auto in via Torino nel quartiere Coteto.
“Ieri sera con degli amici – spiega Giorgia Spera – abbiamo trovato un gatto per strada appena stato colpito da una macchina. Questo gatto era in condizioni allucinanti, era impazzito non potevi avvicinarti, doveva aver picchiato la testa. La ragazza che era alla guida dell’auto che lo aveva investito se ne stava lì a guardarlo e non ha provato nemmeno a prenderlo e portarlo in salvo. La salute dal gatto era veramente precaria”.
Ecco che entra in gioco la nostra lettrice che continua così il racconto. “Ecco che sono scesa dalla macchina con una coperta e mi sono avvicinata. Con molta cautela ho preso il “gatto pa zzo”. La ragazza che lo aveva preso in pieno con l’auto non si è nemmeno interessata ad accompagnarci alla clinica dove lo avremo portato. Un gesto che mi  è sembrato subito sembrava dunque strano. Lo abbiamo dunque caricato in macchina avvolto da questi telo, affannava buttava sangue agonizzava…e dovevamo fare un bel tratto di strada prima di arrivare alla clinica”.
Giorgia Spera racconta poi come il micio sia veramente impazzito all’interno dell’auto verso il veterinario aggredendo lei ed i suoi amici. “Ad un certo punto il gatto ha perso il controllo – spiega la la nostra lettrice   ha iniziato a saltare per la macchina che andava aggredendoci con sgraffi e morsi e abbiamo avuto un po’ di timore perché un gatto randagio si suppone abbia anche malattie. Alla ci siamo fermati di corsa lo abbiamo calmato e abbiamo per fortuna proseguito. Dovevamo portarlo in salvo altrimenti sarebbe potuto morire”.
Ed ecco che Giorgia e i suoi amici arrivano con il gatto “pazzo” alla clinica. “Arrivati alla clinica il dottore ha trovato gravi problemi al bacino e al femore, il micio presentava una zampa rotta e la bocca tagliata. Ci ha dunque detto che dovevamo pagare la somma di soldi, circa 700 euro,  che corrispondeva alla cura che gli avrebbe fatto. Noi non capivamo il gatto non era nostro e abbiamo anche rischiato a portalo fin lì, poteva sgraffiarci da farci venire malattie o farci fare un incidente. Poi ci ha spiegato che in Italia non esiste un protocollo per gatti e cani randagi e soccorsi,  dunque se viene trovato un animale in difficoltà e viene  deciso di curarlo si deve far conto che sia nostro e pagare le cure mediche necessarie”.
Ed ecco i dubbi e le domande di Giorgia. “Da questo discorso c’è da capire che se io trovo un gatto o anche un cane in mezzo di strada in condizioni precarie devo lasciarlo lì, se non ho i soldi, a morire? Non è giusto! Dovrebbe assolutamente esserci qualcosa che curi gli animali  di nessuno. I veterinari che sono dunque animalisti non devono chiedere soldi per salvare un gatto randagio investito. Tengo a precisare che qualcosa deve cambiare non possiamo vivere in un mondo così ingiusto non so dove andremo a finire.
Per fortuna il nostro amico a quattro zampe è stato salvato e il veterinario, suo buon cuore, non ci ha chiesto un euro per l’intervento. Ma qualcosa deve cambiare in questo Paese”.

Giorgia Spera

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