Una fiaccolata per molti…ma non per tutti
Alla conferenza stampa di presentazione della fiaccolata prevista per il 13 agosto gli organizzatori,si legge,hanno sottolineato che ” quello che ci piacerebbe di più è che fosse una manifestazione “per” piuttosto che “contro”…..” .
Giustissimo e quindi, di conseguenza, il documento programmatico dell’iniziativa dovrebbe essere improntato “per ” la pace senza distinzioni e all’insegna di una neutralità dalla quale deriverebbe autorevolezza e credibilità.
E allora vediamo cosa contiene il documento oltre a generici e retorici accenni (dimenticandosi dell’Asia):
– gli unici a “meritare” una minuziosa descrizione delle proprie “colpe” sono, ovviamente, gli israeliani e quindi si andrà in fiaccolata per la “fine dell’aggressione militare e dell’assedio di Gaza, il riconoscimento dello stato di Palestina e il ritiro di Israele da tutti i territori occupati dal 1967”;
– sempre Israele merita, naturalmente,una menzione speciale anche nel passaggio dedicato alle armi e quindi la fiaccolata servirà anche “a richiedere la sospensione della cooperazione militare e la vendita di armi ad Israele e nella regione, con governi, fazioni politiche e religiose in guerra o che violino i diritti ed i trattati internazionali” .Insomma,è il messaggio, essendo Israele particolarmente cattiva la si deve additare chiaramente,mentre gli altri vanno nelle varie ed eventuali;
– c’è poi il “superamento progressivo del Trattato dell’Alleanza del Nord Atlantico (NATO)” : doveroso passaggio dedicato a una delle più antiche parole d’ordine della sinistra radicale;
– immancabile la questione degli F35 che, comunque la si pensi al riguardo, è un tema che certamente non unifica le posizioni ma nel caso le divide. D’altra parte,si vede, bisogna essere sicuri che non aderiscano, fosse mai, sigle “indesiderate”….
– accennata nobilmente è la determinazione “a esigere l’assistenza e la protezione dei rifugiati e dei migranti” , ma senza spiegare come e con la collaborazione di chi;
– non c’è una parola esplicita su Hamas, gruppo terroristico come tale riconosciuto anche dall’Unione Europea , e non appare necessario, ai “pacifisti” organizzatori, affermare il diritto all’esistenza e alla sicurezza d’Israele : si può capire ciò, visto che Hamas non riconosce il diritto all’esistenza di questo stato;
– non c’è una parola su Hamas nemmeno in riferimento al trattamento che riserva AI PALESTINESI STESSI di Gaza, non riconoscendo i basilari diritti alle donne, agli omosessuali, all’infanzia per un’educazione normale e non votata al “martirio suicida” e terrorista, praticando la pena capitale con giudizi sommari,operando persecuzioni nei confronti della già provata e decimata comunità cristiana della Striscia;
– non c’è una parola sul continuo lancio di razzi e di mortai che Hamas spara su Israele da Gaza : niente nemmeno sui tunnel offensivi,per entrare in territorio israeliano e operare attentati premeditatamente ai danni di civili, costati una fortuna che assommata al costo delle armi e del mantenimento dei terroristi avrebbe permesso,se spese diversamente queste ingenti somme, di elevare il livello di vita di tutta la cittadinanza di Gaza;
– nessuna parola sull’ISIS e soci, fratelli di morte di Hamas,terroristi fanatici e integralisti,che vaneggia di istituire un califfato che arriverà anche a Roma e massacra i cristiani da tempo (ma pare che solo da qualche giorno chi conta se ne sia finalmente accorto);
– nessuna esplicita solidarietà ,appunto,ai cristiani perseguitati e massacrati nell’area e in Africa.
Insomma, la pietanza è sempre la stessa, ovvero essere contro Israele e l’Occidente : il resto è solo una spruzzata decorativa, come si usa fare appunto nella preparazione di certi piatti.
Gadi Polacco
Riproduzione riservata ©