Effetto Venezia: grande edizione. Cerchiamo di non farla rimanere isolata

Prima che iniziasse Effetto Venezia mi ero ripromesso, quando la kermesse fosse terminata, di scrivere un post o recensione alla manifestazione che per tante estati ha rallegrato me e tanti concittadini. Mantengo questa promessa, inviando il testo anche ad alcuni membri della giunta comunale, fautori della trentesima edizione.

Tranne l’estate del 2011 in cui partecipai come volontario, poi non mi era mai capitato di aspettare Effetto Venezia con così tanta impazienza. Un po’ forse per la curiosità, un po’ perché, finalmente, ci sono degli assessori alla Cultura, al Commercio e alla Promozione Territoriale degni del ruolo che rivestono, un po’ perché appena pubblicato il sito e aperte le pagine sui social network(io che lavoro in ambito web), ho notato una certa volontà nel presentarsi in maniera più fresca e originale al pubblico.
E così l’evento di quest’anno mi è piaciuto abbestia. Non sono riuscito a partecipare a ogni cosa, ma girando per le vie del quartiere, ascoltando le persone, visitando alcune mostre(notevoli quelle sugli Scali Finocchietti, alla Bottega del Caffè o a Palazzo Rosciano), ridendo a crepapelle nei siparietti comici, ballando e cantando con i vari concerti(mitici i Gary Baldi Bros), camminando tra le luci e i colori del Luminarium Miracocò, ho avuto la percezione che Effetto Venezia 2015 è stata quasi una manifestazione di alto livello, un festival come tanti ce ne sono in Toscana(senza andare necessariamente fuori Regione).
Dico quasi perché certamente si è voluto sperimentare e portare nuove idee, ma, dal mio punto di vista, mancano ancora dei tasselli da perfezionare.
Anzitutto, caro sindaco e cari assessori, se davvero volete cambiare la città, pulite i canali. Sono sudici e con un tanfo maleodorante che fa venire da vomitare. E insieme alla pulizia, togliete le varie barchette presenti e sistematele da un’altra parte(spazi ci sono…), così da accontentare i proprietari da una parte e i non proprietari dall’altra.
Secondo, oltre alla Fortezza Vecchia(da aprire con continuità e con progetti seri), aprite la Nuova e il suo meraviglioso Parco.
Sento poi spesso parlare del Mercato Centrale e del vostro incontro con l’Ass. Bettarini del Comune di Firenze, per imparare a creare un’esperienza simile. Vado spesso a Firenze e chi come me gira per la città gigliata sa benissimo che il Mercato Centrale al secondo piano(il primo piano vive sui riflessi del secondo) è pensato unicamente per i turisti, per coloro che possono e vogliono spendere in prelibatezze fiorentine e toscane. Ora, purtroppo, questo non mi sembra il caso di Livorno, considerando che non capisco quale sia l’obiettivo sul turismo. Inoltre il Mercato di San Lorenzo è immerso, volente o nolente, in un contesto dinamico, vicino a S.M.N e tante altre vie principali. Oltretutto l’investimento fatto è stato realizzato grazie al contributo di entità private consapevoli della forza d’attrazione della propria città. A Livorno, mi pare, che tutta questa situazione manchi. Chiaramente sistemando i canali, le cantine, e le attività attorno il Mercato, qualcosa si potrà fare, ma scordiamoci di replicare l’esperienza fiorentina.
Per i prossimi anni proviamo a non far rimanere Effetto Venezia un’esperienza isolata, ossia, cerchiamo di congiungerla alle gare remiere, alla Mostra di Pittura alla Rotonda d’Ardenza, all’Ippodromo, ai vari spettacoli a Montenero, insomma per farla breve, proviamo a creare eventi come il Settembre Pratese o altri in Regione.
In ultimo, ricordatevi che oltre a Effetto Venezia e alle altre manifestazioni menzionate, a Livorno(sia centro sia periferia) ci sono tante zone spesso dimenticate e inutilizzate, desiderose però di crescere. Tenetene di conto.
Per concludere, confido in Voi e nel vostro operato per i prossimi anni e aspetto con tanta “impazienza” il Festival dell’Umorismo – Il Senso del Ridicolo, all’interno della cui organizzazione ci sono persone davvero in gamba.

Giacomo

Riproduzione riservata ©