Ecco le difficoltà in città per un disabile. Segnalate sulla nuova pagina Fb

Questo è il post pubblicato su Facebook da Fabrizio Torsi, storico (e quindi autorevole) presidente dell’Associazione Paraplegici di Livorno. Il testo recita: festa de l’unità, ippodromo caprilli, parlano di welfeare peccato che quelli su sedia a ruote non possono partecipare, pd fa da sé infatti fino ad oggi ha rispettato i diritti dei disabili, bravi, bravi davvero e c’è gente che vi sostiene… pochini se dio vole!
Non posso, da ex presidente anch’io di un’associazione di disabili a Cagliari, ormai residente dal 2008 a Livorno, non essere d’accordo con lui. Non per quello che ai più qualunquisti potrebbe sembrare un attacco al PD locale, ma per l’idea di discriminazione e disinteresse che è palpabile per chiunque a Livorno. Si badi bene, non è un attacco alla città e ai suoi abitanti, perché l’atteggiamento è tristemente nazionalizzato, con (ahimè) poche eccezioni. Ma dal piccolo si comincia, dai segnali si comprende la forma mentis più generalizzata, in positivo e in negativo. Ed è per questo che mi sono deciso a combattere la mia battaglia non contro Livorno, ma PER LIVORNO. Perché tutti NOI livornesi ci possiamo sentire orgogliosi della nostra città, nell’ottica in cui la civiltà di una città si misura dalla sua ricettività nei confronti delle persone disabili.
Troppo spesso le agevolazioni per i disabili sono viste, talvolta dagli stessi disabili, come vantaggi, preferenze (e quindi discriminazioni al contrario) a discapito del prossimo, addirittura dei privilegi, quando invece dovrebbero essere viste per quello che sono: l’attenzione della società civile a chi, per usufruire dei servizi al pari di tutti gli altri, ha NECESSITA’ di strumenti idonei. Si potrebbe subito pensare ai servoscala, ai parcheggi riservati, al diritto (sacro in alcuni Paesi dell’Unione) di precedenza nelle file, eccetera…
Invece io mi riferisco alla città, alla sua vivibilità, all’attenzione che media e istituzioni DEVONO ai disabili, nell’ottica che una città pienamente fruibile dai disabili lo è anche per anziani, bambini, genitori coi passeggini, ma anche per qualunque normodotato. Invece cosa troviamo in questa nostra povera città? Parto con l’elenco?
– Marciapiedi. Spesso i marciapiedi sono a livello della carreggiata, quindi non delineano il limite tra l’area dei veicoli e quella dei pedoni. La stragrande maggioranza dei marciapiedi è asfaltata (e male) anziché essere pavimentata, cosa assurda persino nel più scalcagnato piano regolatore comunale.
– Scivoli. Stiamo migliorando negli ultimi anni. Le casse del Comune, è comprensibile, non permetterebbero grosse rivoluzioni, ma non si capisce perché, quando si devono spendere soldi per rifare un marciapiede, non lo si faccia a norma e si ripristino invece vecchie barriere! Capita di poter scendere da uno scivolo, attraversare e non trovare un altro scivolo dall’altra parte!
– Parcheggi. E’ uso comune, e non sanzionato, parcheggiare sui marciapiedi (un esempio obbrobioso, ma è solo un esempio, in via Garibaldi). Lasciare scooters e biciclette sul marciapiedi è quasi regolare. Parcheggiare davanti a strisce pedonali e scivoli è normale. Parcheggiare nelle zone delle fermate dei bus è norma generalizzata, perché pochi capiscono che il bus, non potendo avvicinarsi al marciapiedi, crea difficoltà alle persone con scarsa deambulazione nel salire sul mezzo, oltre che bloccare il traffico già caotico di suo.
– Parcheggi riservati ai disabili. I parcheggi e, udite udite, le strisce gialle zebrate poste ai lati e nella parte posteriore del veicolo, non sono un privilegio per gli eletti, ma la NECESSITA’ di chi, per scendere e salire dall’auto, deve obbligatoriamente aprire completamente lo sportello per difficoltà nei movimenti e/o per caricare e scaricare la carrozzina. Invece, storia degli ultimi giorni nella mia battaglia quotidiana per la civiltà, le scene sono le seguenti:
Parcheggio Leroy Marlin: io: “Ha visto dove ha parcheggiato?”. Automobilista incivile: “E a te che ti frega, ci sono altri parcheggi”. E poi entra nel centro commerciale dopo avermi ulteriormente insultato.
Parcheggio Baracchina Bianca (unico posto disponibile): io (dopo aver girato e parcheggiato irregolarmente nell’unico punto dove potevo aprire lo sportello): “Ha visto dove ha parcheggiato?”. Automobilista incivile: “Ma sono qui (indicando la Baracchina)”. Io: “E quindi? Dovevo lasciare la macchina in mezzo e scendere a cercarla o mettermi a suonare il clacson?”. Lei: “Se vuole parcheggiare la sposto”. Io: “Molte grazie, ma ormai sto andando via”. Lei: “Mi scusi” (almeno è pentita e non fa la prepotente…). Poi vado via e ripassando dopo qualche minuto la macchina è sempre lì e lei forse sta prendendo un altro caffè.
Parcheggio in spiaggia (non di Livorno, così nessuno pensa che voglio etichettare i labronici di inciviltà, ed è l’episodio più grave): un’auto senza contrassegno nel parcheggio riservato. Chiamo i vigili e arriva il carro attrezzi che porta via l’auto, così posso parcheggiare la mia. Quando torno a riprenderla in una delle gomme posteriori trovo un cacciavite infilato sino al manico.
– Parcheggi dei disabili. Mi voglio riferire a coloro che parcheggiano con contrassegno avendone diritto e a coloro che invece usano il contrassegno della nonna ormai defunta o della zia che è allettata e non salirà mai in macchina. Spesso l’ignoranza (per dirla alla livornese) è maggiore di quella di alcuni normodotati. Macchine parcheggiate in modo da occupare due parcheggi, oppure sulle strisce zebrate gialle, così da impedire l’uso del parcheggio attiguo, pur lasciandolo ufficialmente libero. Qui i controlli dell’Autorità preposta parrebbero scarsi, poiché non mi risulta sia previsto, ad esempio in caso di decesso dell’avente diritto, l’intimazione alla restituzione del contrassegno, come un semplice controllo incrociato con gli uffici dell’Anagrafe consentirebbe (e parlo da ex impiegato comunale).
– Barriere architettoniche. Giusto ieri ho visto, senza poterlo fotografare, un cestino dei rifiuti dell’AAMPS posizionato perfettamente in mezzo ad un marciapiedi già stretto di suo, ma potrei proseguire con pali dei cartelli stradali posizionati sul lato opposto alla carreggiata, ondulazione di marciapiedi (anche nuovi!) che permettono alle auto di attraversare passi carrabili ma non ad alcuni di trovarsi davanti ad asperità che causano difficoltà, quand’anche non cadute rovinose (una mia frattura alla gamba e una lussazione della spalla insegnano), pali dell’illuminazione, pali per impedire alle auto di salire sul marciapiedi che impediscono anche ai non vedenti o a chi è in carrozzina di passare…
Mi ricollego quindi all’incipit di questo mio sfogo, per dire che nel mezzo c’è l’insensibilità, traducibile troppo frequentemente con “ignoranza”, delle istituzioni, di chi organizza qualsiasi cosa “per la comunità” (espressione che troppo spesso riempie la bocca di persone che vogliono rivolgersi solo a qualche élite) senza preoccuparsi (troppo faticoso) di permettere REALMENTE A TUTTI di fruirne. Così non si pensa ad uno scivolo, ad un percorso con una larghezza minima, alle strisce antiscivolo sulle pendenze e sui gradini, a segnali sonori per i non vedenti e, per gli stessi, a descrizione sonora di manifesti o cartelli, a traduzione di discorsi nel LIS per i non udenti, alla traduzione in lingue straniere.
Tutto difficile? No, basta volerlo e, prima ancora, pensarlo. Da oggi comincia la mia battaglia. Tutti i livornesi sono avvisati. Mi collegherò in primis con l’Associazione Paraplegici per coordinare altre associazioni e perseguire con tutti i mezzi leciti quelle che voglio riassumere in un’unica definizione: INGIUSTIZIE. Voglio quella che considero LA MIA CITTA’ bella, pulita, aperta, moderna, in una sola parola, CIVILE. Non ce l’ho con nessuno e ce l’ho con tutti. Riceverò insulti e minacce, sarò accusato di perseguire gente che ha già i suoi problemi (“non ci sono parcheggi”, “abbiamo sempre fatto così e tu vuoi cambiare”, ecc.) ma questo non mi farà desistere.
Ho creato un gruppo su Facebook, il social che uso di più e che permette meno limitazioni, che si chiama “BATTAGLIA PER UNA LIVORNO BELLA E CIVILE”, il cui link è: https://www.facebook.com/groups/368334106652220/
E’ un gruppo “aperto”, in cui chiunque potrà postare articoli e foto degli obbrobri da eliminare, delle ingiustizia a cui bisogna riparare, da quelle piccole a quelle grandi. Spero di avere molte segnalazioni e poter risolvere ogni giorno piccoli problemi. Ma vorrei servisse pure a mettere alla berlina, rispettando norme vigenti e privacy, tutti gli ignoranti, siano persone comuni o personaggi pubblici o gruppi di persone, che disonorano Livorno e i suoi abitanti. Ovviamente non mi limiterò ad urlare in pubblico la mia indignazione, ma sottoporrò tutti i problemi alle autorità competenti, avendo dalla mia solo l’arma (scusate il francesismo) dello sputtanamento.
I cattivi livornesi DEVONO VERGOGNARSI, i bravi livornesi ne saranno orgogliosi.

Maurizio Melis

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