La Drass risponde all’amministrazione comunale
A seguito della “Replica dell’amministrazione comunale in data 20 Novembre 2014”, la Drass si vede chiamata in causa dal Comune di Livorno con asserzioni inesatte. Come Legale Rappresentante della Drass, mi sento in obbligo di fornire precisazioni ed evidenziare alcune inesattezze riportate dall’Amministrazione Comunale.
L’intervista rilasciata alla stampa dai dipendenti Drass è stata una spontanea iniziativa dei lavoratori stessi, basata sulla loro personale visione degli eventi. La Drass, naturalmente, conferma di essere solidale con la loro posizione e di condividerne in linea generale la ricostruzione dei fatti, per le ragioni che evidenziamo a seguire.
E’ inoltre opportuno fare chiarezza sulle presunte voci infondate che la Drass stia cercando solo scuse per delocalizzare la propria produzione all’estero.
Il fatto che i lavoratori abbiamo preliminarmente informato l’azienda delle loro intenzioni, per sincerarsi che la loro azione non fosse sgradita, è ancora una volta dimostrazione delle incredibili ed incomparabili qualità di queste persone, che sono orgoglioso di rappresentare e che difenderò fino alla fine, nel loro lavoro e nella loro dignità. Persone generose che continuano a lavorare, anche in straordinario, mentre la terra si muove vicino a loro e le transenne si avvicinano, senza compatirsi o lasciarsi andare a proteste scomposte.
Persone forti, che rassicurano i clienti in visita allo stabilimento, i quali esitano a darci nuove commesse o potrebbero cancellare quelle presenti, come già accaduto per la immensa commessa British Petroleum. Persone buone, che mi hanno mostrato un affetto ed una solidarietà commovente e hanno dato fiducia alla mia richiesta di muoversi sempre con dignità e nel rispetto delle istituzioni, come nell’animo e nello spirito della Drass.
Tuttavia, ora che mi chiedono come mai l’amministrazione comunale si esponga pubblicamente schierandosi in favore della RFI, sentendosi perfino minacciata dai nostri lavoratori, che altro non fanno se non esprimere civilmente il proprio dissenso basandosi sui fatti, io non so cosa rispondere; forse, dovrei dire loro “perché la verità fa male”.
In realtà, l’unico momento in cui l’Amministrazione ha iniziato ad ascoltarci, è stato quando il Tirreno ha dato voce al nostro disagio. Solo da quel momento, l’amministrazione comunale ha convocato riunioni, che non hanno fatto altro che ribadire la volontà dell’amministrazione stessa di eseguire il progetto iniziale.
Ci chiediamo, dunque, a cosa serva indire riunioni in cui non viene dato spazio ad altre soluzioni. Forse solo per mostrare ai media che si è attivi?
Dovrei continuare a girare il mondo per prendere contratti per la mia ditta o partecipare alle riunioni in cui l’amministrazione ribadisce di volere spaccare in due la Drass senza alternative? Tutte le volte in cui le date erano compatibili ho partecipato e mi sono seduto davanti al loro muro di gomma.
L’amministrazione ha presentato una variante a progetto che sposta di un paio di metri il tracciato del sottopasso. L’hanno fatto perché pensavano fosse una soluzione o forse perché volevano comunicare che la Drass aveva rifiutato una variante, omettendo che nei fatti non serve a nulla?
L’amministrazione ha sostenuto che la Drass non abbia tenuto in considerazione la loro variante. Ma perché non hanno detto che, pur avendo a disposizione interi uffici di urbanistica ed edilizia, hanno addirittura chiesto ed ottenuto dal nostro geometra di disegnare il tracciato, per poi non cambiare nulla? Mi viene davvero da chiedere cosa stiano facendo per noi ?
L’amministrazione pare scaricare su RFI la responsabilità del procedimento, ma non evidenzia che il Comune è in associazione con RFI. Si pone come terza parte, ma non fa sapere che il cantiere RFI ha lavorato due mesi in un’area stradale che impediva il transito ai mezzi pesanti Drass; che lo ha fatto abusivamente, senza delibera comunale ed affiggendo il protocollo di un’altra delibera. Io in persona ho chiesto e sollecitato chiarimenti a Mirko Leonardi, responsabile del procedimento, senza ottenere mai alcuna risposta.
Mentre i nostri piazzali erano disconnessi dalla viabilità, a causa di questo cantiere abusivo, ci hanno ingiunto di rimuovere i nostri macchinari dal piazzale, azione impossibile da eseguire, minacciandoci per risarcimento danni, mentre era Comune ed RFI a causarcene abusivamente.
Questo è accaduto e ne abbiamo evidenza documentale.
Lo sapeva il Sindaco, a cui ho personalmente scritto.
Dall’altro lato del piazzale la potenziale via di accesso alternativa, terreno di proprietà comunale, è recintato dalla ditta Biagi, fornitore del Comune di Livorno, che, senza alcun titolo, la utilizza per il posizionamento dei propri macchinari. Ma questo non sembra un problema, è normale. L’amministrazione ne è a conoscenza; cosa ha fatto?
Hanno ricevuto il progetto Drass, per poi bocciarlo senza un contraddittorio, solo con una comunicazione. E poi, fanno una bandiera della trasparenza, delle votazioni via web e delle discussioni in streaming, elemento irrinunciabile della democrazia diretta.
Per bocciare il progetto, le giustificazioni addotte sono talmente fragili e pretestuose che presenteremo il progetto al Consiglio Comunale, e lo faremo valutare noi ai cittadini via web. E vedremo se i vantaggi che l’amministrazione dichiara valgono il lavoro di 150 famiglie e di altrettante dell’indotto. Siamo pronti a chiederlo a Livorno, la città che ha dato loro un mandato, del quale dovranno rendere conto.
Hanno sostenuto che non ci sono i tempi tecnici, ma anche questo non è vero. Semplicemente non hanno voluto averli. E se hanno sbagliato ad avviare una pratica di esproprio illegale, come sarà presto dimostrato davanti al TAR della Toscana, non potranno far pagare i loro errori e ritardi alla Drass.
E’ stato chiesto al Comune di valutare costruttivamente in via cautelativa il tracciato Drass. Ovvero di condividere cosa bisognava fare per attuarlo. Non di bocciarlo semplicemente per principio, come invece è stato fatto dall’Architetto Maurri. Questi, in pubblica riunione, ha affermato che “aiutare le aziende private non è un dovere delle istituzioni e non è pubblico interesse”. Anche io ho fatto fatica a credere a queste parole.
Sostengono che Drass si sia espansa a proprio rischio e pericolo nell’area soggetta ad esproprio. Invece dimostreremo che l’esproprio è illegittimo ed eseguito al di fuori dei tempi previsti dalla legge. Quando sono stati acquistati i terreni che già avevamo in affitto, sia noi che i venditori, la Liburnia srl, ritenevamo l’esproprio ormai decaduto, perché erano scaduti i termini previsti dalla legge per il completamento della procedura.
Abbiamo quindi deciso di consolidare l’espansione, anche per l’urgente necessità di potenziare la forza lavoro. Quindi, nei fatti, l’attuale amministrazione combatte le imprese, invece che dare loro supporto. Questo a prescindere dalle dichiarazioni e credo anche dalle apparenti sincere intenzioni personali degli amministratori.
Confutiamo anche la teoria che il Comune di Livorno, accettando il progetto Drass, si esporrebbe a risarcimenti verso RFI e quindi ad oneri per i cittadini. Questo succederebbe solo se il Comune continuasse ad appiattirsi sulla posizione di RFI, senza fare alcuna valutazione di merito della situazione. Abbiamo richiesto da oltre un mese un incontro tra i nostri legali ed i legali del Comune. Vogliamo dimostrare che gli attuali abusi compiuti da RFI nella pratiche di esproprio espongono il Comune ad ingenti rischi di risarcimento per colpa della stessa RFI. Nessun incontro specifico è stato concesso. Ma le riunioni per sederci davanti ad un muro di gomma abbondano.
Sarà, dunque, il TAR a giudicare. Ed i danni che RFI ed il Comune dovranno pagare alla Drass, per i danni che si vanno concretizzando, saranno molto più alti e si sommeranno al danneggiamento o alla cancellazione di una realtà produttiva importante. Il Comune dovrebbe proporre a RFI una soluzione alternativa, che sani gli abusi commessi da RFI, permetta una rapida soluzione e convinca RFI a contribuire economicamente alle variazioni di progetto. Cosa che RFI in linea di principio si era addirittura resa disponibile a fare. Ma invece di fare questo, il Comune permette a RFI di lavorare in un cantiere senza delibera per occupazione di suolo pubblico. Quando un normale cittadino occupa abusivamente la sede stradale viene multato. Potrei vedere la multa ad RFI, comminata dai Vigili Urbani?
Per concludere – e mi rivolgo all’Amministrazione Comunale -, il nostro tempo lo utilizziamo per lavorare e pagare il salario ai nostri lavoratori e le tasse per i vostri stipendi. E spesso, in questo periodo, questo tempo non ci basta neanche. Noi siamo un’altra Italia, forse non ci conoscete.
Essere tirati in mezzo a minuetti politici che non hanno intenzione di portare alcun contributo concreto, ma solo a fare immagine non è il nostro lavoro. Non dovrebbe essere neanche il vostro, purtroppo. Se avete delle soluzioni concrete, se avete voglia di mettervi a lavorare per riscrivere un piano regolatore fatelo, e saremo al vostro fianco. Altrimenti non fateci perdere tempo, sarà il Tar a decidere chi ha ragione.
Sergio Cappelletti
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