Cna: dopo la Tari ecco un’altra “botta” per le imprese
“Come se non bastassero le operosissime tariffe della Tari chieste dai Comuni per smaltire quei rifiuti solidi urbani che le ditte nemmeno producono – afferma il direttore Cna Marco Valtriani – ecco un’altra grana piovere sulle imprese sempre a causa dei rifiuti, complice una burocrazia cieca che colpisce in modo indiscriminato e fuori da ogni logica il mondo del lavoro e della produzione”. (11mila morosi – leggi qui).
“Tutto ciò a causa di una norma contenuta nel decreto competitività – spiega Valtriani – entrata in vigore lo scorso 18 febbraio che ha profondamente modificato le regole per la classificazione dei rifiuti. Il risultato è che anche il semplice trasporto di vetro, plastica, ferro o altro prodotto nell’ambito di una demolizione richiede analisi di laboratorio preventive che alzano in modo spropositato i costi delle opere (lo smaltimento risulterebbe venti volte più caro) e rallentano i lavori con tempi fuori da ogni logica”.
“Il pasticcio – spiega Dario Talini responsabile dell’Area Sindacale – è nei cosiddetti codici speculari, praticamente tutti quei rifiuti che, per questa classificazione ambigua, potrebbero in teoria contenere dei residui di inquinanti. Per dimostrare il contrario si è obbligati ad eseguire delle analisi specifiche molto costose. Il contraccolpo è verso tutte le imprese, ma in modo particolare per quelle del comparto delle costruzioni, perché tutti i detriti da demolizione, rientrano in questa fattispecie e quindi, in assenza di analisi, invece di essere inviati a recupero dovranno essere destinati allo smaltimento differenziato oneroso. E già oggi abbiamo un effetto pratico, in quanto tutto il sistema di raccolta e gestione locale è totalmente bloccato senza sapere come uscirne”.
“A questo gioco al massacro – riprende Valtriani – la Cna ha da tempo detto un “No” secco e deciso, anche inviando ai parlamentari eletti nella regione una lettera per illustrare la gravità del provvedimento ed affinché si facciano promotori e sostengano gli emendamenti al decreto Milleproroghe avanzati dalla Cna e tesi a risolvere la gravissima situazione, ma attualmente bloccati in commissione Affari Costituzionali”.
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