Don Razzauti: “Fuori le idee o è la fine”

“Chi sei? Chi stai diventando? Ti ho sempre amata alla pazzia, ti ho sempre ritenuta la città più bella, dove si stava meglio. Ma ora: chi sei? Non c’è più “politica” sciupata negli anni da certi “politicanti”, non c’è dibattito perché ci sono troppi “permalosi”, soprattutto mi sembra non ci sia più la ricerca di migliorarti, di farti tornare a risplendere”. Inizia così il messaggio postato sulla propria bacheca Fb da don Paolo Razzauti, vicario della Diocesi. Un intervento destinato a far riflettere e discutere che entra a gamba tesa sulla questione relativa alle nomine, quelle relative alla presidenza dell’Autorità Portuale. “Gente di ogni religione, filosofia, linea politica: diamoci una smossa, altrimenti precipiteremo sempre più in basso. Vedo che anche per le prossime nomine si fanno ancora nomi di gente di altre città; non sono di quelli che non si “aprono”, ma è possibile che a Livorno non ci siano più persone capaci ? Li abbiamo fatti fuggire? Facciamoli tornare! Riacquistiamo la nostra livornesità, riprendiamo in mano la nostra città. Dobbiamo, tutti senza distinzione, ritrovare l’orgoglio! Ci sono ancora tante persone che ne hanno voglia: non spegniamola, non spegniamo neanche “il lucignolo fumigante”. Gente! Livorno ha bisogno di idee, di progetti, di voglia di lottare! Lottare non per litigare, ma per costruire, per ritrovare il bene comune! Frasi fatte? Demagogia di bassa lega? No, voglia di un livornese di rivedere la sua città libera e combattente, che possa essere di nuovo amata!
La Livorno dei Tito Neri, dei Gaetano D’Alesio, degli Italo Piccini, dei Cesare Fremura, dei Nicola Badaloni, la Città dove uomini e donne di ogni idea politica, religiosa e filosofica si confrontavano per migliorarsi. Non abbiamo bisogno di “arroganti e presuntuosi” ma di persone che abbiano voglia di “sporcarsi le mani” e rinascere. Io sono disponibile e con me, certamente, tanti altri”.

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