Don Nesi, vescovo ascolti la nostra voce

In questi giorni sto leggendo sulla stampa e sui social network una notizia che mi era già arrivata all’orecchio ma che ancora non riesco a capire e ad accettare.
Riguarda lo sfratto che il Vescovo ha dato all’associazione don Nesi/Corea.
Sono nata e cresciuta nella Parrocchia del Rosario e, grazie anche alla sensibilità e all’impegno dei preti di quella comunità, nei primi anni ’90 ho avuto la possibilità di effettuare un viaggio studio in Brasile, ospiti di don Nesi, nel Centro da lui fondato a Fortaleza.
Al nostro rientro abbiamo diffuso nella comunità le adozioni a distanza promosse con tanto ardore da don Nesi. Qualche anno dopo sono entrata in contatto con l’Associazione livornese sotto sfratto che era anch’essa referente per le adozioni di questi bambini.
Personalmente ho poi iniziato a partecipare a diverse iniziative promosse da don Nesi/Corea. Ad alcune sono particolarmente legata perché sono state molto significative per me. Prima fra tutte un’iniziativa rivolta ai bambini piccolissimi (il mio aveva tre mesi) intitolata “Nati per leggere” e, in questa occasione, mio figlio ha ricevuto i suoi primi librini (tra l’altro gratuitamente), alcuni dei quali continuiamo a sfogliare ancora adesso che ha più di tre anni.
Un’altra iniziativa che mi lega a questa Associazione è la celebrazione che ogni anno viene organizzata per ricordare il Porrajmos (lo sterminio dei rom e sinti da parte dei nazisti) e comunque l’attenzione che, in particolare dopo la disgrazia dei 4 bambini rom bruciati a Pian di Rota, questa realtà cittadina ha nei confronti di queste popolazioni, da sempre vittime di pregiudizi e maltrattamenti vari.
Anche il Cinema, proiettato ogni settimana, con temi originali e delicati è sicuramente una ricchezza, non solo per il quartiere di Corea ma per l’intera città.
Mi chiedo come possa essere la volontà del nostro Vescovo quella di annientare tutto questo. Eppure la richiesta di un rimborso così alto, si parla di 55.000 euro di canoni di occupazione, se dovesse essere soddisfatta porterebbe inevitabilmente alla morte questa realtà.
E poi mi chiedo anche cosa ne penserebbe pè Alfredo se fosse ancora vivo? E cosa ne pensano le persone che lo hanno conosciuto?
Possiamo davvero far prevalere le ragioni di bilancio su quelle della povera gente? Lo riterrei davvero triste e, mi permetto di dire, anche molto poco cristiano..
Mi auguro che il nostro Vescovo possa accogliere le critiche che più persone gli stanno muovendo nello spirito della correzione fraterna e agire di conseguenza.
Isabella Bianchi

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