Dal programma del centrosinistra ancora nessuna idea nuova

A meno di 20 giorni dal voto, la sensazione di assoluta evanescenza del programma del centrosinistra è ancora molto forte. Nessuna visione concreta, nessuna idea nuova, ad esclusione del museo degli scherzi e della piantagione di marijuana per anestetizzare ulteriormente la campagna elettorale, c’è da chiedersi se questa proposta venga condivisa dal candidato sindaco Ruggeri. Questa coalizione contiene in sé tutti i sintomi del fallimento e più che una alleanza sorta per evitare il ballottaggio, essa pare nata per aumentare l’astensionismo. L’unica cosa certa è che il futuro sindaco – a differenza di Cosimi che della autonomia delle Istituzioni ha fatto una bandiera – sarà posto sotto tutela dal partito e dalla tecno-struttura comunale. Ossia, dai suoi ex dirigenti presenti nelle liste, a quelli a cui si potrebbe chiedere di rimanere a partire dal dirigente dell’urbanistica per finire con il segretario generale garante della continuità di taluni procedimenti. Il tema delle società partecipate e controllate dal comune sarà un ulteriore punto di attrito di una maggioranza costruita per conservare il potere piuttosto che rispondere ai bisogni di una società che muta.
Una coalizione così litigiosa ed indigesta a se stessa sui temi più importanti di governo della città che sta vedendo parti dello stesso PD e degli elettori di centrosinistra spostarsi, in barba ai sondaggi, da una parte all’altra della scacchiera politica, motivo dei recenti e nervosi attacchi ai vari candidati sindaco che pescano nello stesso bacino di voto. Da questo punto di vista la “coalizione della paura” PD-IDV-SEL potrebbe avere un grande alleato proprio nell’astensionismo, dove un blocco di voto tradizionale, non più granitico, ma sul quale possono fare ancora affidamento, potrebbe rivelarsi decisivo per la conservazione del potere. La paura del ballottaggio, che sarebbe solo il risultato di una scelta politica sbagliata sulle alleanze è tale che Renzi è chiamato a chiudere la campagna elettorale a Livorno. Implorato a venire proprio da colui che aveva definito, l’elezione del nuovo segretario nazionale del PD, una vera sciagura. Ma di renziano c’è ben poco in questa gruppo dirigente e in questa maggioranza tutta tesa a dilatare la spesa pubblica e a coprire gli oneri dei servizi con nuove tasse. Una maggioranza condizionata, proprio a causa del ballottaggio, dal peso dei partiti-nani che potranno essere di nuovo forze di governo e di lotta riaprendo la medesima contraddizione di cui ha sofferto Cosimi.

Marco Ristori portavoce di Livorno Democratica

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